La prima stagione di Drag Race Italia è da poco terminata. Nelle corse settimane abbiamo assistito alle prime sei puntate tutte italiane del pluripremiato format ideato da RuPaul. Lo show è andato in onda sulla piattaforma streaming Discovery+, mentre arriverà in chiaro il prossimo 9 gennaio su Real Time, riscuotendo ancora più successo tra il grande pubblico.
Tra polemiche, grandi emozioni e Senatori ossessionati dalla propaganda gender; le 8 Queen hanno vinto le iniziali resistenze degli amanti del programma americano, distinguendosi per le loro personalità dirompenti e l’abilità tecnico-artistica.
Enorma Jean (@enorma_jean) – creazione di Davide Gatto, designer, artigiano e imprenditore creativo milanese – è stata con certezza uno dei personaggi chiave di questa prima stagione di Drag Race Italia. Il suo “a 46 anni” è diventato già un tormentone, e questo dice molto sul carattere forte e sicuro della Drag che più di tutte ha fatto parlare di sé.
Davide ed Enorma sono due facce della stessa medaglia che costantemente collidono per ricavare l’uno dall’altra la parte migliore:
“Davide da Enorma ha imparato a non aver vergogna, ha imparato un nuovo senso della parola pudore. Enorma da Davide ha imparato a studiare, a prepararsi, a fare ricerca, a creare un contenuto”.
Spesso usata come capro espiatorio, al punto da arrivare a una controversa quarta puntata; Enorma Jean si è aperta nel corso del programma, svelando molte fragilità e una sensibilità fuori dalla norma, celate dietro una maschera algida e severa da vera sciura milanese.
Jean ha parlato del rapporto complicato con il padre, venuto a mancare prematuramente, e della sua sieropositività: Sono sieropositivo. L’ho scoperto nel 2008, in un periodo in cui c’era la terapia e quindi non sarò mai grato abbastanza alla scienza.
“Se ci avessi pensato troppo, non lo avrei mai fatto. Ne ho parlato prima con il mio compagno, e insieme abbiamo deciso che la semplice testimonianza di una vita che non si ferma ma anzi , trova una prospettiva ed un sapore, fosse importante per abbattere uno stigma che tocca il portatore sano, ripeto SANO, e di conseguenza il tessuto sociale”, racconta a Gay.it circa la scelta di parlarne davanti le telecamere. “Ho deciso con Drag Race Italia di raccontare l’uomo è l’artista, la mia sieropositività è un filtro che cambia la visione della realtà, non espormi in prima persona sarebbe stato ipocrita”.
Enorma Jean nasce nel 2016 “in un laboratorio teatrale delle Nina’s Drag Queen, dopo essere stato da sempre fan delle sorelle bandiera, essere cresciuto con Priscilla e A Wong Foo , ed essermi innamorato di Willam in The Boy is a Bottom“, svela a Gay.it.
L’ispirazione è puramente milanese, in particolare si rifà al periodo della Milano da Bere – un’epoca iconica nella storia della capitale dello stile milanese – un momento in cui le persone lavoravano sodo, festeggiavano tanto, si vestivano bene e si comportavano male.
Ma non mancano i riferimenti alle celebri donne che hanno vissuto, sofferto e amato intensamente. Jean è ispirata dalle grandi dive nei loro momenti di splendore e fragilità. Milly Mignone, Anna Magnani, Gabriella Ferri, Loredana Berté ma anche Marta Marzotto, Grace Kelly, Margherita Hack e Rita Levi Montalcini, tra le altre.
Lo stile è sofisticato e la ricerca è da perfezionista. Un personaggio stratificato, pieno di ombre e splendori, proprio come le donne a cui fa riferimento.
Lo scorso 11 dicembre è uscito su tutte le piattaforme streaming (qui per ascoltarlo su Spotify) il suo primo singolo “Oops!“, creato in collaborazione con i producer Protopapa e Amerigo Prato.
“Oops!” nasce anche dalle vicende a cui abbiamo assistito nelle terza e quarta puntata di Drag Race Italia. “Osannata, nominata, provocata, celebrata, eliminata, vendetta” è un mantra che si ripete lungo tutta la canzone, una sorta di seduta spiritica in cui vengono evocati i fantasmi emersi durante le riprese del programma.
“Nel ranking delle prove io e Farida (Kant ndr) siamo sempre state al primo posto fino alla mia uscita. È un dato di fatto. Ero molto concentrato sul far bene le prove e la parola GRUPPO per me ha sempre un che di sinistro.
Ora che non siamo più concorrenti, ovviamente, cambiano gli equilibri, e le ragazze rimango, insieme a produzione e redazione, la mia famiglia”.
“Oops!”, come Enorma Jean, è fortemente ispirato alla città meneghina. “Lavoro, guadagno, spendo, pretendo” sembra la sintesi perfetta della “milanesità”.
“Enorma è prima di tutto una maschera, che rappresenta anche le virtù e i limiti di una mentalità meneghina. Sono nata e cresciuta a Milano da figlia di meridionali, e dopo aver vissuto all’estero ci sono tornata. Enorma, come Milano, è cinica. Milano non ha bisogno di fare la simpatica e neanche la bella, Milano è grigia fuori ma nasconde cortili con fenicotteri, Milano è provinciale e cosmopolita, Milano è saper vivere ma lamentarsi costantemente. Milano sembra troppo ma poi la conosci e non puoi più farne a meno”.
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