Da giorni Fratelli d’Italia sbraita contro il Ministero dell’Istruzione, ‘colpevole’ di aver semplicemente invitato le scuole d’Italia a celebrare la Giornata contro l’OmoBiTransFobia, che da quasi 20 anni cade ogni 17 maggio. Lo stesso Sergio Mattarella, presidente della Repubblica, ha oggi ricordato come sia fondamentale “educare a una cultura della non discriminazione“. Educazione, ovviamente, fa rima con istituti scolastici, famiglia, cultura del rispetto da insegnare ai più giovani, per abbattere definitivamente una piaga sociale che ogni anno colpisce centinaia e centinaia di persone LGBTQ+.
Da anni Fratelli d’Italia fa di tutto per affossare il DDL Zan, diffondendo false infomazioni relative alla legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo, alimentando luoghi comuni e cavalcando il benaltrismo. Ebbene proprio oggi, 17 maggio, Giorgia Meloni ha avuto l’ardire di prendere parola sulla Giornata Internazionale contro l’OmoBiTransFobia, twittando da un Multiverso a noi sconosciuto, che fa rima con surrealtà politica e mediatica.
“In tante nazioni l’omosessualità è ancora considerata reato, e in alcuni Stati musulmani, addirittura punita con la morte. Ma in pochi parlano o condannano ciò e spesso si preferisce fingere di non vedere. Basta ipocrisie, basta persecuzioni“, ha scritto la donna, madre, cristiana, Giorgia Meloni, andando incontro ad un cortocircuito che va ben oltre la bieca propaganda, perché leader di un partito che vive di ipocrisie, negando qualsiasi contrasto a persecuzioni che ogni giorno colpiscono cittadin* LGBTQ+ d’Italia. Come se FDI fosse contraria ad una legge contro l’omotransfobia perché bisognerebbe prima depenalizzarla in quei 70 Paesi dove è ancora reato.
Giorgia Meloni è proprio colei che ‘finge di non vedere’ l’omotransfobia del Bel Paese, citando dati OSCAD che lo stesso OSCAD ritiene insufficienti e chiaramente sottostimati, mancando un reato specifico. Giorgia Meloni è colei che ad ogni discussione sul DDL Zan si tuffa tra le braccia delle famigerate “priorità del Paese”, perculando quel centrosinistra che parrebbe volerlo approvare, per poi occupare il Parlamento con il “reato universale della GPA“, in Italia da anni già illegale. Giorgia Meloni è colei che puntualmente sbandiera il mostro “gender” pur di criticare il DDL Zan, per poi confessare candidamente di non sapere neanche cosa sia, questo misterioso e fantomatico “gender”. Giorgia Meloni è colei che sottolinea di non essere omofoba “ma l’adozione va riservata alle coppie etero”, precisando che in Italia non esisterebbe alcuna emergenza relativa ai crimini d’odio. D’altronde se in Afghanistan i gay li lapidano, possiamo qui in Italia metterci a discutere di omotransfobia quando abbiamo persino ottenuto le unioni civili, con Pride che sfilano in tutte le città addirittura tra i bambini?
Eppure proprio Giorgia Meloni, allo scoccare del 17 maggio, ci viene a raccontare che “in pochi parlano o condannano l’omobitransfobia (estera) e spesso si preferisce fingere di non vedere. Basta ipocrisie, basta persecuzioni“. Perchè evidentemente i diritti degli italiani vengono prima di tutto e tutti, a meno che non siano italiani lgbtq. In quel caso sarebbe doveroso concentrarsi prima sulle discriminazioni vissute altrove.
Perché se a volte sarebbe consigliabile tacere, provando ad accarezzare quell’astratto e misterioso concetto chiamato ‘coerenza’, da destra non perdono mai occasione di percularci tutti. Al cospetto di qualsivoglia schieramento, tutto e il contrario di tutto è candidamente ammesso. Anche perché domani ci sarà un’altra contraddizione, e dopodomani un’altra ancora, in quello che potremmo chiamare l’insostenibile chiodo-schiaccia-chiodo propagandistico della peggior destra d’Europa insieme a Ungheria e Polonia. Da non dimenticare mai e tenere a mente quando tra 8 mesi saremo chiamati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento, con Fratelli d’Italia, sondaggi alla mano, ad oggi primo partito nazionale.
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