Da pochi mesi di nuovo in Serie A grazie al Cagliari di Claudio Ranieri, diventando così il primo, storico calciatore pubblicamente gay del nostro Calcio, Jakub Jankto è tornato a parlare del proprio coming out, avvenuto nove mesi fa. Intervistato dalla BBC, il centrocampista della nazionale ceca ha capito con il tempo cosa l’abbia tanto a lungo frenato, prima di dichiarare la propria omosessualità.
“Ho anche pensato tra me e me: ‘Beh guarda, Jakub, sei un calciatore professionista, ma hai la tua vita che devi vivere come vuoi’. E per me questo è stato fondamentale. Esattamente come tutti gli altri voglio vivere la mia vita con libertà, senza paura, senza violenza, senza pregiudizi, ma con amore. Sono omosessuale e non voglio più nascondermi“.
Essendo uno dei pochissimi calciatori professionisti gay dichiarati, insieme a Josh Cavallo, Zander Murray e il diciottenne Jake Daniels, Jankto ha fatto notizia a livello internazionale.
“Quando ricevi migliaia, forse milioni di messaggi da persone che dicono che ti apprezzano e ti ringraziano, ti rende davvero felice, le persone sono state fantastiche”. “Ma ti mette pressione. Non è facile essere il primo calciatore al mio livello a dire: ‘Sì, sono gay’”.
Sebbene non sia certamente facile, Jankto ha ricevuto moltissimi messaggi d’affetto quando è tornato in campo. Alla sua prima partita post coming out, quando giocava ancora con lo Sparta Praga, tutto lo stadio l’ha applaudito.
“Per me questo è stato il momento più potente della mia carriera. Un minuto che non dimenticherò mai“, scrisse Jakub sui social, per poi essere accolto trionfalmente all’aeroporto di Cagliari, la scorsa estate.
“Se potessi uscire allo scoperto di nuovo, lo farei sicuramente, perché mi ha aiutato e penso che abbia aiutato molte, molte persone“, ha rimarcato alla BBC. “È stato un momento grandissimo per tutti i calciatori e molti calciatori professionisti di molti club mi hanno scritto ringraziandomi per questo. Siamo nel 2023, non so quanti milioni di persone siano gay, e proprio tu sei il primo calciatore gay nei primi cinque campionati d’Europa, è stato strano! Ne sono rimasto sorpreso”.
A quasi 9 mesi da quelle parole, oggi come oggi Jankto si definisce “decisamente orgoglioso, perché se sono riuscito a superare questa situazione, vuol dire che potrò affrontare ogni altra situazione nel resto della mia vita”. “Se dite che i gay sono orgogliosi di me, io dico che sono orgoglioso di loro, perché so come si sentono. So come si sentono le persone se devono nascondere qualcosa, vi auguro buona fortuna, rimanete forti, perché non c’è motivo di avere paura“.
10 giorni fa, in piena pausa dalle nazionali, Jankto è volato a Disneyland Paris con suo figlio, avuto con l’ex compagna, rimasta sempre al suo fianco anche dopo il coming out.
Nelle ultime settimane si è tornato a parlare di calciatori gay grazie a Fabrizio Corona, che ha annunciato outing a pioggia dopo aver già fatto il nome di un calciatore dell’Inter, poi travolto dall’omofobia web. Un’ipotesi, quella dell’outing pubblico, definita “squallido sciacallaggio” da Rosario Coco di Gaynet. Ma Corona, che da settimane sta bombardando il mondo del calcio nazionale con il caso scommesse che ad oggi riguarderebbe solo i calciatori Fagioli, Tonali e Zaniolo, parrebbe voler andare avanti per la propria strada.
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Ah sì? E come mi sento Jacub, dimmi, sono curioso?