Kadyrov, il leader ceceno che perseguitò i gay, schiera il suo esercito con la Russia di Putin

L'uomo che trasformò la Cecenia in un inferno per la popolazione queer.

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Ramzan Kadyrov, capo paramilitare della Cecenia e attuale presidente della Repubblica Cecena
4 min. di lettura

A sostegno dell’esercito russo, in questo primo mese di guerra in Ucraina, sono intervenute diverse milizie di leader autoritari il cui potere è legittimato dal benestare di Putin. Come in una mise-en-scène di principi e lacchè che ruota su favori, concessioni, lasciapassare e condoni morali, il dittatore russo si serve dei suoi protetti per portare avanti l’aggressione al popolo ucraino.

Tra i più feroci e servili troviamo Ramzan Kadyrov, dal 2007 a capo della Cecenia, repubblica della Federazione russa.

 

Kadyrov, il leader ceceno che perseguitò i gay, schiera il suo esercito con la Russia di Putin - ramzan kadyrov 04 - Gay.it
Vladimir Putin e Ramzan Kadyrov nel 2014.

 

Gli uomini del leader ceceno hanno aiutato l’esercito di Putin soprattutto nella prima fase del suo attacco. L’intelligence occidentale ha rivelato un tentativo fallito di assassinare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky durante le prime 48 ore dell’invasione, tentativo messo in pratica dai sicari di Kadyrov che più volte in passato sono stati assoldati per liberare dai ‘fastidi’ l’ex KGB.

Fastidi che prendono il nome di giornalisti, dissidenti, avversari politici.

 

Magomed Tushayev,
il signore della guerra
che ha perseguitato i gay in Cecenia
sarebbe stato ucciso in Ucraina >

 

Non si sa con precisione quanti uomini abbia mandato Ramzan Kadyrov in Ucraina. Il leader ceceno ha parlato di 10mila, minacciando l’arrivo di altri 60mila, diversi esperti di politica internazionale sostengono siano molti di meno, tra i 3mila e 7mila. Fatto sta che le milizie di Kadyrov si stanno rivelando una spalla essenziale per l’esercito russo, soprattutto sul territorio di Mariupol, città ormai emblema degli orrori della guerra in corso. È di ieri la notizia di oltre 300 morti sotto le macerie del suo teatro, diventato rifugio per i cittadini, bombardato diverse volte negli scorsi giorni.

E davanti queste enormi tragedie si mostra il carattere spietato e pronto a tutto dei fedelissimi di Putin. Kadyrov, come abbiamo detto, è al potere in Cecenia dal 2007, voluto e scelto per quella posizione proprio dal leader russo per reprimere gli indipendentisti della Repubblica. Ramzan come suo padre Akhmad, assassinato nel 2004 dai separatisti, crede fortemente nell’egemonia russa sulla Cecenia.

Non potrebbe essere altrimenti dato che l’unico motivo per cui Kadyrov dopo 15 anni è ancora al potere è l’egida di Putin. All’interno del territorio ceceno, al di là di disinformazione e fake news, sono molte le conferme di un popolo stanco e desideroso di indipendenza.

 

Kadyrov, il leader ceceno che perseguitò i gay, schiera il suo esercito con la Russia di Putin - Chechnya Protest - Gay.it

 

Il ‘linguaggio’ usato da Kadyrov per tenere buone queste strane voglie dal nome democrazia e libertà d’espressione è la violenza, la tortura e l’omicidio. E uno dei punti focali contro cui scagliarsi è proprio la comunità LGBTQ+.

Nel 2017, il quotidiano Novaya Gazeta ha riferito che più di 100 uomini gay sono stati detenuti e almeno tre di loro uccisi. La polizia ha torturato loro con delle scariche elettriche, chiedendogli di rivelare i nomi di altri componenti della comunità LGBTQ+ cecena, come dichiarato dai sopravvissuti a Human Rights Watch. Anche i familiari dei detenuti sono stati spesso torturati.

Sempre nel 2017 nella città di Argun, a pochi chilometri dal confine con la Georgia, sarebbe stata aperta una prigione segreta (veri e propri campi di concentramento) in cui sarebbero stati rinchiusi membri della comunità LGBTQ+.

“Diverse volte al giorno ci portavano fuori e ci picchiavano. Il loro scopo era conoscere la cerchia dei contatti di ciascuno di noi, nella loro mente se sei sospettato allora tutti i contatti della tua cerchia sono gay. Tenevano accesi i nostri cellulari. Ogni uomo che chiamava o scriveva era il loro nuovo obiettivo. […] Ci colpivano sempre sotto la vita – sulle cosce, le natiche e i genitali. Ci dicevano che eravamo peggio degli animali e che non avevamo più diritti”, è la testimonianza a Human Rights Watch di chi è riuscito a fuggire da quelle prigioni.

Negli ultimi 5 anni attivisti, giornalisti e sopravvissuti hanno accusato il governo ceceno di aver arrestato, torturato e ucciso decine di persone LGBT+. A fine 2021 vi abbiamo raccontato la storia di Salman, deportato e massacrato per presunta omosessualità.

 

Cecenia, il leader Kadyrov:
“I gay non sono persone” >

 

Ramzan Kadyrov ha negato l’esistenza del cosiddetto “omocausto ceceno”, sottolineando come non si possano “arrestare o reprimere persone che semplicemente non esistono”.

“Se queste persone esistessero in Cecenia, le forze dell’ordine non dovrebbero preoccuparsi di loro, poiché i loro stessi parenti avrebbero già pensato ad ucciderle“.

La Russia di Vladimir Putin ha sposato questa agghiacciante teoria, sottolineando come le ‘purghe cecene’ siano pura invenzione giornalistica, perché in Cecenia non esistono omosessuali.

 

Cecenia, condannati
due fratelli queer
in un processo farsa >

 

cecenia

 

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