Siamo in pieno Pride Month, e l’Italia non si ferma fino a Settembre.
Più di 50 parate LGBTQIA+ –di cui qui potete trovare ogni tappa con info – tra grandi città (qui trovate tutto sul Roma Pride) a comunità locali, tutte accomunate dallo stesso obiettivo: lottare per i propri diritti e riprendere i nostri spazi queer, facendo da reminder per il resto dell’anno (anche senza sponsor).
Una rivolta che crea punti d’incontro anche con quelle località esterne alle metropoli ma che hanno sempre più urgenza di prendere parola, senza lasciare più nessunə ai margini.
Abbiamo realizzato interviste al Piacenza Pride 2023, Novara Pride 2023, Pavia Pride 2023, Lecco Pride 2023, Cuneo Pride 2023, Roma Pride 2023, Pordenone Pride 2023, Foggia Pride 2023, Liguria Pride 2023, e Marche Pride 2023.
Questo sabato 24 Giugno sarà il turno anche di Venezia con il Laguna Pride.
Non solo un’altra manifestazione tra le tante, ma il primo primo Pride sul territorio veneziano dopo quello regionale del 2014 e il Pride nazionale de 1996.
Quest’anno anche Venezia sente la necessità di tornare in piazza, dando voce a una realtà sfaccettata che da Mestre alla Riviera del Brenta, torna a prendere sempre più piede, attraverso serate queer, incontri, assemblee e manifestazioni transfemministe: dal centro storico alla provincia, tuttə accomunatə da una lente radicale e fortemente intersezionale.
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Come molti altri (tipo il Priot di Roma, lo scorso 1 Giugno) il Laguna Pride si discosta dalla logica ultra-sponsorizzata degli ultimi anni, e riporta la rivolta LGBTQIA+ alle sue origini: una lotta che parte dal basso, svincolata da rainbow-washing o derive ultracapitaiste, e inclusiva non solo a parole ma soprattutto nei fatti: “I primi Pride erano dei corpi dissidenti e contro le forze dell’ordine, e se molti anche oggi cercano di mantenere questo spirito, tanti altri sono invece influenzati da multinazionali e piattaforme che rendono il mese del Pride un target da vendere a futuri acquirenti” spiegano lə attivistə del Laguna Pride, ribadendo che solo un’ottica davvero anticapitalista può permettere la liberazione di tutti i corpi.
Un Pride che risparmia il concetto di ‘love is love‘, e si muove su molti più piani: dalla sicurezza di ogni persona marginalizzata sul territorio alla salute delle persone neurodivergenti, ai diritti delle famiglie arcobaleno fino all’educazione affettiva, svincolata dalle logiche etero-patriarcali.
Un Pride sovversivo che denuncia anche l’inaccessibilità della città veneziana, con una marcia agibile anche a persone con disabilità o difficoltà motorie: “Siamo riuscitə a garantire solo metà del percorso, partendo da Campo Santa Margherita, dove verranno accolte tutte le persone in carrozzina, fino a Zattere seguendo un percorso sicuro e libero per tuttə”.
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All’ondata di icone e madrine esterne alla comunità (che rischiano spesso di occupare il posto delle categorie già marginalizzate), il Laguna Pride ha messo su una corporal artist, lasciando il palco aperto a tutte quellə artistə interessatə a partecipare o esprimersi: dalla House of Serenissima, a ballerinə di voguing, fino al trap transfemminista di Yung Paninaru e il coro LGBTQIA+ di Padova.
Intrecciando e stringendo rapporti con tutte quelle persone che il territorio veneziano lo vivono quotidianamente, il Laguna Pride va ben oltre i luoghi comuni, dando voce e spazio a una comunità queer veneziana stratificatissima, pronta a farsi sentire ancora più di prima.
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