43enne sindaco leghista di Treviso dal 2018, Mario Conte ha annunciato il suo essere favorevole alla trascrizione dei figli delle coppie omogenitoriali, sfidando così apertamente il governo Meloni che vede Matteo Salvini, suo leader di partito, vicepresidente nonché ministro, dichiaratamente contrario.
Dopo Luca Zaia, presidente della Regione Veneto che ha dato il via libera all’apertura di un Centro regionale a Padova per il cambio di sesso, anche Conte ha preso una posizione opposta a quella dettata dall’alto.
Non a caso Salvini, arrivato pochi giorni fa a Treviso, è stato indirettamente tagliente nei confronti del primo cittadino. “Aprire l’anticamera a pratiche abominevoli come l’utero in affitto è fuori dal mondo, qualcosa da ricovero. Non aprirò mai a chi pensa che i bambini si comprino e si selezionino su internet. Sono a fianco dei sindaci nella loro opera quotidiana, ma poi ci sono priorità come lavoro, infrastrutture e servizio sanitario efficiente”.
Di tutt’altro avviso Conte, presidente veneto dell’Anci e vicino al bis da sindaco, in quanto ricandidato.
“Bisogna prendere per mano la questione di regolamentare il tema in modo da togliere dall’imbarazzo della scelta burocratica i Comuni e in modo da dare risposte a queste famiglie che chiedono semplicemente di vedere registrati i propri figli“, ha precisato, come riportato da Il Fatto Quotidiano.
“Non c’è nulla di scandaloso: è giusto creare l’iter corretto e parificare la condizione a tutte le altre famiglie, senza che ci sia alcun tipo di discriminazione”. “È evidente che c’è un vuoto normativo e un corto circuito burocratico che di fatto non dà risposte a delle esigenze che sono sacrosante. Non ci sono figli di serie A e figli di serie B, perché qui si parla di figli, di persone, e del registro dell’anagrafe. Quindi da questo punto di vista se c’è un vuoto, come è evidente in questo momento, va assolutamente colmato. Non credo ci sia davvero nulla di male nell’andare incontro a queste esigenze”.
Per Conte si tratta di una vera e propria “necessità“. Il sindaco ha anche aggirato la problematica legata ai documenti dei minori, che a causa proprio del decreto Salvini del 2019 obbligano la dicitura “padre” e “madre”. Il Comune di Treviso, molto semplicemente, ha deciso di rilasciare solo carte d’identità elettroniche.
Sabato scorso 10.000 persone sono scese in piazza a Milano a sostegno delle famiglie arcobaleno, con un annunciato bis sabato prossimo a Genova e Napoli.
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