Un film Apple Tv ha vinto l’Oscar più ambito, entrando nella Storia e strappando l’ambito primato dello streaming a Netflix, da anni sempre sull’orlo della vittoria e puntualmente sconfitto. Coda, al cinema in Italia dal 31 marzo dopo l’uscita direttamente su Sky con Eagle Pictures e il titolo I segni del cuore, ha conquistato Hollywood. Remake del francese La Famiglia Beliér, Coda ha vinto l’Oscar per il miglior film, la miglior sceneggiatura non originale alla regista Sian Heder e all’attore non protagonista Troy Kotsur, 2° attore sordomuto a vincere la statuetta nella storia dell’Academy dopo Marlee Matlin.
Coda ruota attorno ad una famiglia composta da una famiglia sordomuta, figlia esclusa. Ogni giorno, prima di andare a scuola, Ruby viene sbeffeggiata dalle altre studentesse, ma a lei poco importa. La sua più grande passione è il canto e di talento ne ha da vendere, tanto da prepararsi all’audizione di una prestigiosa scuola di musica. Presto si troverà di fronte a un’importante scelta: aiutare la sua famiglia, o inseguire i propri sogni.
Film furbo, correttissimo e forzatamente commovente, Coda ha stracciato Il Potere del Cane, candidato a 12 Oscar e tornato a casa solo con l’Oscar alla regia per Jane Campion. Seconda statuetta per la registra neozelandese dopo quella vinta per lo script di Lezioni di Piano nel 1994. Si tratta del 2° Oscar consecutivo assegnato ad una regista donna, 12 mesi dopo Chloe Zhao premiata per Nomadland. Precedentemente, in oltre 90 edizioni solo Kathryn Bigelow era riuscita nell’impresa. Segno dei tempi che cambiano, finalmente, anche ad Hollywood.
Primo Oscar per Jessica Chastain, incoronata miglior attrice protagonista per Gli occhi di Tammy Faye. L’attrice, che ha salutato la figlia Giulietta in italiano, ha battuto tra le altre Kristen Stewart, apparsa sul red carpet con la fidanzata Dylan. Grande sconfitto anche Flee, con 3 nomination immeritatamente andate a vuoto, mentre Dune ha vinto ben 6 Oscar, facendo filotto tra i premi tecnici: colonna sonora, sonoro, montaggio, effetti speciali, scenografia e fotografia. Nominato a 7 Oscar, West Side Story ne ha vinto soltanto uno, andato alla grandiosa Ariana DeBose, prima attrice nera dichiaratamente queer a vincere una statuetta. Tra le canzoni in gara, vittoria annunciata di Billie Eilish con No Time to Die e Beyoncé sconfitta, ma straordinaria interprete di Be alive ad inizio serata con una performance da urlo.
Dal punto di vista dello ‘spettacolo’, diretta leggermente più snella e soprattutto inizialmente ironica grazie alle tre presentatrici. Nei primi minuti di diretta Regina Hall, Amy Schumer e Wanda Sykes hanno riportato la notte degli Oscar ai fasti comici di qualche anno fa, quando chi presentava poteva tranquillamente permettersi di perculare attori e registi, per poi sparire misteriosamente. Da questo punto di vista soprattutto Schumer, in perfetto stile Saturday Night Live, si è divertita a sfottere ad ampio raggio, dando linfa vitale ad una lunga notte tradizionalmente bisognosa di scosse. Peccato che Regina, Amy e Wanda siano poi state utilizzate con il contagocce, con un lungo break pubblicitario ogni 2/3 statuette ad appesantire una serata che non a caso è precipitata negli ascolti USA.
Here’s the moment Chris Rock made a “G.I. Jane 2” joke about Jada Pinkett Smith, prompting Will Smith to punch him and yell, “Leave my wife’s name out of your f–king mouth.” #Oscars pic.twitter.com/kHTZXI6kuL
— Variety (@Variety) March 28, 2022
Tutto è cambiato quando è salito sul palco Chris Rock, ex presentatore degli Oscar che ha sfottuto la testa rasata di Jada Pinkett Smith (“ti prepari per Soldato Jane 2?”), che soffre di alopecia, scatenando l’ira di suo marito Will Smith. Quest’ultimo si è alzato dal suo posto e ha sferrato un pugno al comico, per poi tornarsene al tavolo e urlargli contro “Tieni il nome di mia moglie fuori dalla tua fottuta bocca”. Finzione o realtà? Sui social non si è parlato d’altro, l’hashtag è decollato, il video è finito ovunque e Smith ha chiesto scusa in lacrime dopo aver vinto la statuetta come miglior attore. Un discorso abbastanza delirante, il suo, durato 5 minuti nel gelo della sala, rimasta basita dinanzi alla sua sfuriata. Un trionfo che potrebbe significare una pietra tombale sulla sua carriera, perché Hollywood non dimentica e non è certamente accettabile digerire la violenza sul palco dell’Academy, in diretta tv, davanti a 200 milioni di spettatori in tutto il mondo.
Niente da fare per l’Italia, con Paolo Sorrentino che ha mancato il bis dopo l’indimenticato trionfo di La Grande Bellezza. È stato la mano di Dio è stato sconfitto da Drive my Car, 5° Oscar di sempre per il Giappone. Nomination andate a vuoto anche per Enrico Casarosa con Luca e Massimo Cantini Parrini per i costumi di Cyrano.
Sul fronte Ucraina, nessun intervento live da parte del presidente Volodymyr Zelens’kyj ma un dichiarato no alle guerre da parte di Mila Kunis, nata a Černivci, e una presa di posizione dell’Academy con hashtag (#StandWithUkraine) e dichiarazione ufficiale, al fianco del popolo ucraino con minuto di silenzio. Francis Ford Coppola, sul palco insieme a Robert De Niro e Al Pacino per i 60 anni de Il Padrino, ha invece chiuso l’omaggio al suo indimenticato capolavoro con un sentito “W l’Ucraina“.
OSCAR 2022 – I VINCITORI
Miglior film
CODA
Miglior regia
Jane Campion (Il potere del cane)
Miglior attore protagonista
Will Smith (King Richard)
Miglior attrice protagonista
Jessica Chastain (The Eyes of Tammy Faye)
Miglior attore non protagonista
Troy Kotsur (CODA)
Miglior attrice non protagonista
Ariana DeBose (West Side Story)
Miglior sceneggiatura originale
Belfast
Miglior sceneggiatura non originale
Coda
Miglior film internazionale
Drive My Car (Giappone)
Miglior film d’animazione
Encanto
Miglior fotografia
Dune
Miglior montaggio
Dune
Miglior scenografia
Dune
Miglior colonna sonora
Dune
Migliori costumi
Cruella
Miglior Sonoro
Dune
Miglior canzone originale
“No Time to Die” — Billie Eilish & Finneas O’Connell (No Time to Die)
Miglior cortometraggio
The Long Goodbye
Miglior cortometraggio animato
The Windshield Wiper
Miglior cortometraggio documentario
The Queen of Basketball
Miglior documentario
Summer of Soul
Migliori effetti visivi
Dune
Migliori trucco e acconciature
The Eyes of Tammy Faye
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