È fortunatamente arrivata fino al Ministro dell’Istruzione e del Merito la denuncia di transfobia che ha coinvolto nella mattinata di martedì il liceo Cavour di Roma, con un professore che avrebbe insultato e discriminato uno studente transgender a cui da mesi la scuola aveva riconosciuto il diritto alla carriera alias.
Come scritto in mattinata, dinanzi al compito in classe del ragazzo il professore avrebbe sbarrato il nome con cui lo studente si era firmato, continuando a ripetere il suo nome anagrafico, umiliandolo e ignorando il diritto che la stessa scuola già gli riconosceva, violandolo consapevolmente.
Il professor Giuseppe Valditara, docente ordinario di diritto romano da poche settimane ministro dell’Istruzione del goveno Meloni, ha diramato una nota nel pomeriggio.
“Il Ministero sostiene tutte le opportune verifiche che riterranno di mettere in campo il dirigente scolastico e l’Ufficio Scolastico Regionale, per appurare se si sia in presenza di un caso di discriminazione. La scuola è il luogo per eccellenza deputato allo sviluppo e alla realizzazione della persona umana, e non può ovviamente ammettere al proprio interno alcuna forma di discriminazione”.
Immediata la replica di Pietro Turano, portavoce di Gay Center: “Bene per le parole di condanna alla discriminazione del Ministro, restiamo dunque in attesa di conoscere, auspichiamo in tempi brevi, l’esito che sanzioni il docente, a tutela della comunità studentesca del Cavour. Pertanto, a tutela di ogni studente transgender, invitiamo il Ministro ad attuare l’adozione delle carriere alias a livello nazionale per tutte le scuole superiori, con formazione del personale scolastico. A tal fine siamo a disposizione per supportare il Ministero“.
La carriera alias, lo ricordiamo, è un profilo alternativo sul registro di classe e sui documenti scolastici, che prevede l’uso del nome d’elezione anziché di quello anagrafico. La Lega ha sempre espresso contrarietà nei confronti della carriera alias.
L’onorevole Rossano Sasso (Lega), intervistato da Pro Vita & Famiglia, l’ha così ieri ribadito:
“Basta vigilare e far applicare la legge. Soltanto un giudice amministrativo e un medico possono prendere determinate decisioni per un minorenne, non un insegnante, né tantomeno il militante di un’associazione. Da deputato, da ex sottosegretario, da insegnante e anche da padre, affermo che si debba rispettare la legge. Bene farà il Ministero dell’Istruzione e del Merito a impedire, se necessario, che – fermo restando il rispetto e la tutela di chi sta vivendo un percorso di transizione – nelle scuole possa affermarsi un’ideologia a fini meramente politici: iniziative del genere non troveranno mai il mio consenso“.
Sempre nella giornata di ieri, Giuseppe Valditara è finito in una polemica legata all’anniversario della caduta del muro di Berlino. Il ministro dell’istruzione ha inviato una lettera agli studenti d’Italia per celebrare “il giorno della libertà” e ricordare “l’esito drammaticamente fallimentare” del comunismo, “grande utopia” che per essere realizzata deve esercitare un “potere assoluto senza alcuna pietà, e che tutto – umanità, giustizia, libertà, verità – sia subordinato all’obiettivo rivoluzionario“. “Prendono così forma regimi tirannici spietati, capaci di raggiungere vette di violenza e brutalità fra le più alte che il genere umano sia riuscito a toccare“, ha concluso Valditara, senza fare alcun accenno al nazifascismo.
Il 18 novembre gli studenti di tutta Italia scenderanno in piazza contro il Governo e il DL “sui rave party” che ha suscitato non poche polemiche politiche e dubbi costituzionali. Due giorni dopo, per il Transgender Day of Remembrance, si terranno invece giornate contro la transfobia sia a Napoli che a Milano.
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