È sempre più vivo in Ucraina il dibattito sulla possibilità di approvare una legge per le unioni civili.
Lo scorso Luglio il paese era già sotto le bombe russe da cinque mesi, quando si fece largo sui media la notizia che una petizione a sostengo delle unioni civili aveva raccolto più di 30.000 firme, in un paese dove una proposta popolare che raccolga almeno 25.000 adesioni deve per legge essere inoltrata dal premier al parlamento. Quell’iniziativa non ha indotto di certo Zelensky ad approvare una legge di tutela per le coppie omosessuali. Il Presidente si è tuttavia impegnato a portare la legge in approvazione parlamentare appena dopo la guerra.
In Ucraina l’articolo 51 della costituzione definisce il matrimonio come “l’unione volontaria tra un uomo e una donna“, ma quella petizione ha innescato un dibattito politico che sta man mano contagiando il parlamento ucraino (è la democrazia, evviva).
Lo scorso Febbraio la deputata Inna Sovsun, del partito liberale Holos (che significa Voce), che oggi è all’opposizione, ha presentato un disegno di legge per le civil partnership, annunciando su Twitter che diventerà legge entro fine anno. Sovsun ha sottolineato che il 56% degli Ucraini è oggi a favore del riconoscimento di diritti alle coppie dello stesso sesso. Ha inoltre corroborato la sua battaglia sui diritti civili ricordando che molte persone LGBTQ+ stanno combattendo al fronte e che è “inquietante che soldati LGBTQ+ che si mettono in pericolo proteggendoci, non abbia gli stessi nostri diritti“.
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Ogni giorno, il personale militare LGBT ucraino si mette in pericolo proteggendoci. Tuttavia, se hanno una relazione, lo Stato non le riconosce. Ciò significa che i loro partner non hanno gli stessi vantaggi del partner nelle relazioni eterosessuali.
Inna Sovsun via Twitter
Il disegno di legge sulle unioni civili sta dunque raccogliendo consensi nel parlamento ucraino. “Il mio progetto di legge sulle unioni civili per coppie dello stesso sesso e di sesso opposto è già stato registrato presso la Verkhovna Rada e ha ricevuto il numero #9103” ha twittato Sovsun “17 dei miei colleghi dei partiti ‘Holos’ e ‘Servant of the People’ hanno firmato“.
Sono 6 i membri del partito di Inna Sovsun, Holos, che è all’opposizione, ad aver firmato la legge sulle unioni civili. Le altre 11 firme arrivano invece dal partito ‘Servant of the People’ che è nella maggioranza che sostiene il Governo Zelensky.
🏳️🌈🇺🇦Today, I submitted a draft law on the legalization of same-sex partnerships to Ukrainian parliament.
Today 56% of Ukrainians support same-sex partnerships! So, I hope the majority of the parliament, including @ZelenskyyUa party will take the lead from the people! pic.twitter.com/uQnCUAPVjt
— Inna Sovsun (@InnaSovsun) March 7, 2023
La firma di deputati della maggioranza di governo lascia intuire che il disegno di legge possa man mano farsi strada in Parlamento e trovare la volontà politica di una maggioranza. Sono necessari 226 voti per l’approvazione.
Da quando è iniziata la guerra, la percezione della comunità LGBTQIA+ da parte della popolazione ucraina è migliorata. Secondo molti giovani attivisti LGBTQIA+ ucraini, tutto è iniziato con le proteste filo-europee di Euromaidan del 2014. Ma è stata la guerra, e il concreto pericolo di essere interamente annessi alla Russia omotransfobica di Vladimir Putin, a innescare una presa di coscienza collettiva. La popolazione queer si è da subito schierata a fianco dell’esercito. La portavoce del Kiev Pride già il secondo giorno di guerra raccontava a Gay.it come fosse dovere per le persone LGBTQIA+ difendere i confini e la libertà del proprio paese.
Qualche settimana fa è stato annunciato un festival cinematografico LGBTQIA+ durante il Kiev Pride Month: “Sarà per la comunità queer, che è ancora qui, che lotta per la nostra libertà, le nostre vite e i nostri diritti, come chiunque altro” ha spiegato uno degli organizzatori Bohdan Zhuk al newsmagazine inglese Openly.
Lo scorso dicembre l’Ucraina ha approvato, a firma Zelensky, una legge che combatte l’omotransfobia sui media.
La presenza di persone LGBTQIA+ al fronte ha dunque evidenziato a tutti i cittadini ucraini, in un momento di estrema fragilità collettiva, come le persone che adempiono ai propri doveri, debbano avere anche i propri diritti. Olha Onipko, anch’ella nel Kiev Pride, ha dichiarato a LGBTQ Nation: “L’opinione sulle persone LGBT è cambiata radicalmente, molte persone capiscono che cose come l’orientamento sessuale o l’identità di genere non sono molto importanti quando sei salvato da queste persone. Penso che sia fantastico”.
Forse stanno davvero maturando i tempi per una legge sulle unioni civili in Ucraina. “Questa legge non può essere rimandata a dopo la guerra” ha dichiarato Inna Sovsun, in polemica con Zelensky.
Lo scorso 23 Giugno, durante il Consiglio europeo, i leader dell’Unione Europea hanno concesso lo status di paese candidato all’Ucraina.
Foto di Max Kukurudziak su Unsplash
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