Aprile 2016 – Sinodo: le considerazioni del Papa su gay e unioni civili
Nell’esortazione apostolica post Sinodo pubblicata bel 2016, intitolata da Papa Francesco “Amoris Laetitia”, il pontefice ha tirato le somme di un dibattito sulla famiglia e sui cambiamenti in atto nel suo istituto.
La questione dell’omosessualità è affrontata in modo prudente: nessuna vera apertura, ma nemmeno un trinceramento in ideali discriminatori vetusti e anacronistici. È ribadita la prerogativa morale del rispetto: “ogni persona, indipendentemente dal proprio orientamento sessuale, va rispettata nella sua dignità e accolta con rispetto […] bisogna combattere contro ogni marchio di ingiusta discriminazione e particolarmente ogni forma di aggressione e violenza”.
Chiusura totale invece al fantomatico mostro del gender, quello che i cattolici più conservatori definiscono una “teoria”: “è inquietante che alcune ideologie di questo tipo, che pretendono di rispondere a certe aspirazioni a volte comprensibili, cerchino di imporsi come un pensiero unico che determini anche l’educazione dei bambini”.
Sulle unioni civili si legge: “altre forme di unione [oltre a quella del matrimonio] contraddicono radicalmente questo ideale mentre alcune lo realizzano almeno in modo parziale e analogo”. Si riconosce quantomeno che all’interno delle unioni omosessuali esiste l’amore, non meno intenso e non meno profondo di un amore sancito da un vincolo matrimoniale. D’altro canto, però, nei passaggi successivi il papa si limita a riportare una relazione copiata dalla relazione finale del Sinodo del 2015, dove si legge che “circa i progetti di equiparazione al matrimonio delle unioni tra persone omosessuali, non esiste fondamento alcuno per assimilare o stabilire analogie con il disegno di Dio sul matrimonio e la famiglia”.