Tra meno di un mese la quinta stagione di Elite arriverà su Netflix, come annunciato ieri, ma nel frattempo il colosso streaming ha già avviato la produzione di una sesta stagione che vedrà l’ingresso nel cast di Ander Puig, giovane attore spagnolo che ha recentemente preso parte a Los Espabilados, altra serie spagnola firmata Movistar +, e che a breve sarà in onda con Ser o no Ser, dal 30 marzo in onda in patria su Playz. Puig, attore FtoM, interpreta Joel, adolescente trans che ha il terrore di fare coming out nella nuova scuola in cui è appena arrivato.
Ander, lanciatissimo in patria, è stato intervistato da Shangay, rivista spagnola con cui ha affrontato l’exploit degli ultimi mesi. “Quando me l’hanno offerto, sembrava che un sogno diventasse realtà”. “Volevo un’opportunità come questa da molto tempo, il poter interpretare un ragazzo trans. Questa non è la mia storia, ma spiega molto bene cosa attraversano molte persone trans”. “Nelle serie tv non si vede mai quel che devono passare i ragazzi trans. Molto recentemente c’è stato un boom nel raccontare la realtà delle donne trans, grazie a serie come Veneno o Euphoria, ma non so perché non succeda lo stesso con gli uomini trans“.
Per quanto Ander non abbia vissuto i traumi legati all’accettazione del personaggio da lui interpretato, ha perfettamente colto le difficoltà vissute nel gestire la propria identità di genere. Il suo coming out come ragazzo FtoM è arrivato all’età di 16 anni: “Mi sentivo già abbastanza bene con me stesso e un giorno l’ho detto davanti a tutta la classe. Non ero spaventato come Joel nella serie. Ero già molto chiaro che fossi un ragazzo, e non volevo perdere tempo a negarlo, quindi dovevo rivelarlo ai miei compagni di classe con cui passavo le giornate. Volevo essere capito, ed è andata molto bene, tutti mi hanno applaudito e rispettato”.
Con “Ser o no Ser” e soprattutto “Elite 6” in arrivo, Ander, che in passato ha studiato recitazione per due anni all’Estudi Karloff di Barcellona, sarà immancabilmente definito ‘l’attore trans’. Un’etichetta che il giovane accetta di portare sulle proprie spalle, perché c’è necessità di rappresentanza e visibilità per l’intera comunità.
“Per ora quell’etichetta deve esserci, perché non siamo ancora al punto in cui le persone possono vedermi solo come un altro attore, sapendo che sono trans. Vale la pena essere così, dare visibilità, poi poco a poco questo si normalizzerà. Ho fiducia che non sarà sempre così, e verrà il momento in cui saremo apprezzati solo per quanto siamo bravi nel nostro lavoro, con l’etichetta che svanirà gradualmente”.
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