La nomina di Eugenia Roccella a nuova ministra della famiglia, natalità e pari opportunità ha suscitato indignazione tra le associazioni LGBTQIA+, considerando i tanti e ripetuti attacchi della giornalista anti-abortista nel corso degli anni.
Appena insediatasi al ministero, Roccella ha subito tracciato la linea del nuovo corso, da leggere con preoccupazione perché ambigua. “ll Ministero per le Pari opportunità è nato sulla spinta del movimento delle donne, ma poi l’ombrello si è allargato, diventando un titolo generico sotto il quale rubricare un po’ di tutto“, ha precisato Roccella all’Ansa. “Io vorrei tornare a occuparmi delle tante ingiustizie che subiscono le donne, che mi sembra non siano affatto diminuite, anzi forse sono aumentate”. “L’abbinamento di famiglia e pari opportunità è stata un’intuizione lungimirante del Presidente Mattarella, non soltanto per favorire la conciliazione dei tempi di cura e lavoro, ma per intervenire a tutti i livelli sulle vecchie e nuove forme di oppressione ed esclusione femminile. Penso che il primo governo guidato da una donna sia il luogo giusto per occuparsi di questo“.
Anche Elena Bonetti, precedente ministra per le pari opportunità, si è ampiamente interessata alle donne nel portare avanti la propria funzione ministeriale, e ci mancherebbe , ma soltanto sul finire di legislatura, ad un passo dal gong del Governo Draghi, è arrivata la nuova Strategia nazionale Lgbti+ 2022-2025, tanto contestata dalla destra appena insediatasi al Governo.
Cosa vorrebbe fare Roccella, eliminare le persone LGBTI+ dall’ombrello di interesse del ministero per le pari opportunità? “La ministra Roccella conferma già tutta la sua inadeguatezza“, ha tuonato Alessandro Zan su Twitter. “Occuparsi di Pari Opportunità non significa mettere gli uni contro gli altri secondo una gerarchia, ma dare seguito all’art.3 della Costituzione, garantendo a tutte e tutti piena inclusione. Roccella parte malissimo!“.
“Viste le ultime, desolanti esternazioni della Min. Roccella, corre l’obbligo di intervenire a rispedire al mittente le accuse al governo Draghi e stigmatizzare le interpretazioni dell’art. 3 della Costituzione, sulla quale Roccella ha giurato poche ore fa“, ha aspramente replicato l’ex ministra Elena Bonetti. “Probabilmente la Ministra non ha letto quanto, Gazzetta Ufficiale alla mano, il governo Draghi ha fatto per le donne. Avrà modo di farlo leggendo il dossier che i miei uffici le hanno preparato e dato nel passaggio di consegne, che è regolarmente avvenuto. Certamente sul fronte femminile avrà modo di confrontarsi con i provvedimenti e le strategie nazionali, da quella per la parità di genere a quella di contrasto alla violenza contro le donne, stabilmente vigenti nell’ordinamento italiano grazie al governo Draghi. Inoltre, contrariamente a quanto la Ministra Roccella pensa, non è facoltà di un ministro interpretare liberamente la Costituzione italiana, e certamente non lo è restringere a una categoria a sua discrezione la validità di un principio costituzionale, quello sancito dall’art. 3, che tutela tutte le cittadine e i cittadini da ogni tipo di discriminazione“.
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Qualora al Roccella si occupasse di diritti LGBT+ lo farebbe solo in senso negativo togliendo diritti e promuovendo al discriminazione quindi l'annuncio che non se ne occuperà affatto non può che essere una ottima notizia e speriamo che mantenga la parola.