L’olimpionico Michael Phelps si è unito in questi mesi al coro di pecoroni che ha avuto da ridire sulla nuotatrice Lia Thomas.
Phelps ha reclamato una “parità di condizioni”, arrivando quasi a paragonare la partecipazione delle atlete trans al doping.
L’atleta ha successivamente aggiunto che “dovremmo sentirci tutte a nostro agio nella nostra pelle”, risposta talmente ipocrita che nemmeno la sua ex-fidanzata Taylor Lianne Chandler si è trattenuta.
Chandler (anche lei una donna transgender) ha iniziato a frequentare Phelps nel 2014 dopo un match su Tinder (anche se Phelps non si è mai esposto a riguardo).
“Anche lui con la sua apertura alare, le articolazioni snodate e piedi giganti è geneticamente superiore” commenta Chandler per Radar Online: “La sua cassa toracica gli permette di riempire i polmoni e tenere il respiro molto di più”.
Chandler ha fatto anche riferimento al ADHD (attention deficit hyperactivity disorder) di Phelps, che gli permetterebbe una forza e resistenza aggiunta rispetto la media.
Chandler comprende che la domanda avrebbe colto Phelps “di sorpresa”, ma piuttosto che manifestare supporto verso le giovani persone trans nello sport (in particolare le ragazze) Phelps ha sprecato l’occasione facendo “una serie di commenti vaghi e confusionari”.
Chandler, che è anche coordinatrice per la salute trans presso l’organizzazione non-profit Us Helping Us, People Into Living ha definito il paragone con il doping “spietato”.
“In quel momento, guardarlo e sentirlo dire certe cose è stato come uno schiaffo in faccia” commenta Chandler “Mi sono sentita amata ma non abbastanza da ricevere rispetto o poter partecipare ad una gara di nuoto con altre nuotatrici – come se non fossi una donna, ma un alieno o Dio sa cosa”.
La questione sulle atlete trans per Chandler è stato osservata con il microscopio e gonfiata a dismisura: “Le donne trans non stanno affatto dominando il mondo dello sport, ma tutte le testate del paese si comportano come se fosse una pandemia globale”.
Chandler ci ha tenuto a specificare che questa diatriba è ridicola e tossica per le persone coinvolte, oltre che terribilmente approssimativa perché “le persone che si lamentano, avranno a malapena cinque esempi su cui basarsi” e le atlete ancora sono una forte minoranza, nello sport come in società.
Vi lascio a seguire un altro articolo che spiega perché questa polemica sulle atlete trans non ha alcun senso:
Perché la polemica sulle atlete trans non sta in piedi
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