La Corte Suprema del Giappone ha preso una decisione storica sui diritti delle persone transgender. Tutto ha inizio quando ad una dipendente trans del ministero dell’Economia viene vietato l’utilizzo del bagno delle donne. Nel 2021 l’Alta Corte di Tokyo aveva dato ragione al ministero. Ora la Corte ha ribaltato quel verdetto.
La querelante è una donna di 50 anni, riferisce il Japan Times. In Giappone le persone transgender possono cambiare legalmente il proprio sesso nel registro di famiglia solo se hanno subito un intervento chirurgico di riassegnazione di genere. Secondo quanto riferito, la donna non può subire interventi chirurgici per motivi di salute. Ecco perché a detta del ministero non poteva utilizzare il bagno delle donne. Ora 5 giudici su 5 si sono pronunciati a suo favore.
La sentenza è stata definita una pietra miliare per le persone transgender giapponesi, stabilendo un significativo precedente.
Il presidente del tribunale Yukihiko Imasaki ha sottolineato come l’eventuale mantenimento della politica restrittiva del ministero sia “inaccettabile“. A detta di Imasaki, simile restrizione “ha ingiustamente svantaggiato” la donna rispetto ai suoi colleghi. “Pertanto, è illegale, poiché è al di là della loro discrezione ed è un abuso di potere”.
La donna aveva denunciato il fatto che per usare il bagno fosse costretta a fare almeno due piani. Il suo avvocato, Toshimasa Yamashita, ha elogiato la corte. Il governo dovrà ora pagare 110.000 yen (circa 1000 euro) come risarcimento psicologico.
Si tratta dell’ennesima sentenza pro-diritti LGBTQIA+ degli ultimi mesi in Giappone. Nel maggio scorso il tribunale distrettuale di Nagoya ha dichiarato incostituzionale il divieto al matrimonio egualitario. 7 giapponesi su 10, secondo gli ultimi sondaggi, sono favorevoli all’uguaglianza matrimoniale.
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