“Volevo solo una vita normale” c’è scritto sulla bio di @carlakipi, Carla Esposito, donna transgender che condivide su Tik Tok la propria quotidianità, tra gioie e dolori. Nel suo ultimo video Esposito racconta la prima volta che è andata sul posto di lavoro in abiti femminili, mettendo in luce tutte le microaggressioni e violenze che le persone transgender si ritrovano a fronteggiare nel nostro paese: “Il primo giorno che sono andata a lavoro vestita da donna doveva essere uno dei giorni più belli della mia vita perché ho avuto il coraggio di essere me stessa. Ma invece non fu così”.
@carlakipi #greenscreen #transgender ♬ 雨的印记(钢琴) – 王雨笙
Esposito racconta di colleghi maschi che sono scoppiati a ridere e colleghe femmine che le hanno fatto i complimenti per il fisico per poi sparlare di lei spalle: “Ogni persona che veniva la portavano da me, come se ero il fenomeno da baraccone di quella giornata, un pagliaccio.” racconta la donna, parlando di ragazzine appena ventenni “che puzzavano ancora di latte” accompagnate da fidanzati pronti a deriderla e umiliarla davanti chiunque. L’episodio più brutto, riporta Esposito, sono le urla del figlio del titolare che ha iniziato a gridare “che schifo” fuori l’ufficio di Esposito, solo perché aveva osato essere sé stessa: “Ero vestita normale, brutta sì, ma non ero uno schifo” continua Esposito, raccontando di essere crollata davanti chiunque, senza nessuno a supportarla.
come si può stare bene con se stessi trattando una persona in modo disumano, ridendo della sua dignità e godendo della sua sofferenza – abbiamo tanta strada da fare e si lotta insieme. https://t.co/5tyt9FHptl
— allie (@acciooguitar) July 18, 2022
Il video è diventato subito virale sui social, generando l’indignazione e un supporto collettivo da parte della comunità LGBTQIA+ a Carla, ennesima persona transgender alla mercé di una società violenta e opprimente: “Quando vedete una donna trans anche se non siamo belle, anche se siamo un fenomeno di baraccone, anche se siamo brutte, dovete sapere che noi per una vita intera davanti lo specchio vedevamo la figura di un uomo” dice Carla “Anche solo un po’ di rossetto, un pochino di matita, o un vestitino a noi fa sentire belle, perché vediamo quella figura femminile che non abbiamo mai visto“. A pochissimo dalla tragedia di Cloe Bianco, la storia di Carla sottolinea la solitudine e le difficoltà che tante persone transgender si ritrovano a fronteggiare, anche nelle azioni quotidiane più banali, come indossare un vestito per andare a lavoro: “Non ridete, perché poi succedono cose brutte” conclude Carla: “Io quel giorno volevo morire, e sono stata fortunata ad essere stata forte”.
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