Eletti i presidenti di Senato e Camera, e ricucito a fatica il rapporto con Silvio Berlusconi, Giorgia Meloni è tornata a lavorare sui nomi del suo primo governo che nel weekend potrebbe prendere forma, una volta ricevuto l’incarico dal Presidente della Repubblica Sergio Mattarella.
Un puzzle tutt’altro che semplice per la leader di Fratelli d’Italia, stretta nella morsa di Forza Italia e Lega che pretendono almeno 5 ministeri a testa, chiedendo nomine di peso. Nell’infinito toto-ministri che da 20 giorni viene quotidianamente alimentato dalla stampa ecco oggi fare irruzione Simona Renata Baldassarre, 51enne leghista eurodeputata dal 2019 che Matteo Salvini vorrebbe ministra della Natalità e della famiglia, per contrastare «l’inverno demografico». Parola di Domani.
Vicinissima alle associazioni ultracattoliche CitizenGo e Family Day, Baldassarre ha votato contro al rapporto sulla salute riproduttiva delle donne e si è espressa contro la maternità surrogata in Europarlamento, scagliandosi contro la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen: “Cerca i voti delle lobby gay“, attaccò Baldassarre. “Da Bruxelles stanno cercando di allungare la loro mano ideologica sui Paesi dell’Unione. In cambio di una manciata di voti di qualche gruppo radical-chic e delle lobby arcobaleno, sono disposti a calpestare il diritto di pensare che ogni bambino abbia bisogno di una mamma e di un papà”.
Baldassarre ha partecipato alla manifestazione di Roma organizzata dall’associazione antiabortista Marcia per la Vita e si è pubblicamente espressa contro il DDL Zan e il riconoscimento dell’adozione e della genitorialità in favore delle persone omosessuali. “Le forze di maggioranza si dimostrano ancora una volta nemiche delle famiglie italiane“, disse dinanzi al disegno di legge contro l’omotransfobia, poi affondato in Senato tra gli applausi dei colleghi leghisti. “Con il ddl Zan sinistri e lobby lgbt entrano nelle scuole per convertire il libero pensiero di minori e insegnanti con iniziative educative contro l’omofobia“, scrisse nel 2020. “Un indottrinamento vero e proprio, ignobile e inaccettabile, fatto sulla pelle dei bambini, la cui educazione spetta in maniera imprescindibile alla famiglia! Altro che Dad.. qui la vera DISTANZA che vogliono creare è nella formazione… tra i genitori e i propri figli!“.
Sul suo profilo Instagram che ad oggi conta appena 1,794 follower si possono trovare ben 1,150 post, molti dei quali dedicati ad un’ossessione chiamata comunità LGBTQ.
Responsabile Nazionale Dipartimento Famiglia Lega, Baldassarre ha attaccato Scoby-Doo ad inizio ottobre, per il coming out come donna lesbica di uno storico personaggio del cartoon. “Gli ossessionati dal “politicamente corretto” tornano alla ribalta con l’indotrinamento dei più piccoli“, ha scritto sui social. “Stravolgere trama e personaggi dei grandi classici, confondendo ulteriormente i nostri bambini? Ma anche basta!“. Un mese prima aveva criticato anche Peppa Pig, a causa di un personaggio con due genitori dello stesso sesso, urlando “Giù le mani dai bambini! Basta indottrinamento Gender. I cartoni animati non possono essere usati per fare ideologia“.
Il 17 maggio scorso, Giornata mondiale contro l’Omotransfobia, Baldassarre tuonò contro “il gender nelle scuole. La giornata di oggi non può rappresentare un “tana libera tutti” per autorizzare i sermoni gender ai nostri bimbi. La circolare del ministero dell’Istruzione n°1972 del 2015 vieta espressamente ogni forma di propaganda gender, e fu proprio un Governo di sinistra ad emanarla! Giù le mani dai nostri bambini!”.
Un anno fa, dinanzi alla sentenza della Corte di giustizia europea che chiedeva agli Stati membri di riconoscere i figli con i genitori dello stesso sesso, Baldassarre parlò di decisione “sconcertante“. “Le parole della Von der Leyen, «chi è genitore in un paese, è genitore in tutti i paesi», rischiano di diventare realtà. Noi continuiamo con la battaglia di buon senso. I bimbi hanno bisogno di una mamma e di un papà“.
Dopo l’elezione di Lorenzo Fontana a presidente della Camera, Simona Renata Baldassarre ministra “della Natalità e della famiglia” sarebbe l’ennesimo e inaccettabile sfregio alle istituzioni, una provocazione dura e pura nei confronti della comunità LGBTQ+ e delle donne tutte. Una nomina eventuale semplicemente impresentabile.
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