Alessandro Zan rieletto: “Faremo opposizione e resistenza nel Paese in difesa dei diritti”

"Non abbiamo la maggioranza ma la battaglia continua! Ripresenteremo il DDL Zan, proporremo matrimonio egualitario e legge contro le terapie riparative".

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Se Monica Cirinnà non ce l’ha fatta, rimanendo fuori dal Parlamento, Alessandro Zan si appresta a ritrovare Montecitorio con la sua 2a legislatura da deputato del Partito Democratico, la 3a in assoluto considerando anche l’elezione del 2013 nelle liste di Sinistra Ecologia Libertà.

Dopo aver a lungo combattuto nel corso dell’ultima legislatura per far approvare una legge contro l’omotransfobia, misoginia e abilismo, poi naufragata al Senato ad un passo dal traguardo, Zan ha commentato quanto avvenuto domenica con una lunga diretta social. “Ci siamo svegliati in un’altra Italia“, ha confessato amaramente il deputato Pd, pronto a battagliare anche dall’opposizione. “Giorgia Meloni è stata percepita come “nuovo”, per quanto nuova non sia. Era ministra della gioventù nel peggior governo Berlusconi, ma nella percezione collettiva è stata vista come il nuovo che avanza”, ha fatto notare Zan, prima di fare mea culpa. “Se siamo in questa situazione è evidente che anche noi non abbiamo conquistato la fiducia degli elettori, le responsabilità ce l’abbiamo tutti. Ora siamo all’opposizione e faremo opposizione con forza, energia, determinazione, perché sappiamo che questo governo è il più a destra della repubblica. Una destra che io considero pericolosa“.

Battaglie future fondamentali da dover intraprendere e vincere, ha precisato il deputato, per portare l’Italia ad essere molto più sostenibile. E ora cosa capiterà con i diritti civili? “La destra dove ogni volta è andata al potere ha cercato di cancellare i diritti e c’è riuscita, come l’Ungheria di Orban, che non è più una democrazia“.  Non a caso i primi a complimentarsi con Giorgia Meloni per la vittoria acquisita sono stati i “peggiori” leader su piazza, come “l’omofobo e razzista” Bolsonaro dal Brasile, Orban, Le Pen dalla Francia, Morawiecki dalla Polonia.

“Complimenti dai peggiori, e non è un caso che si siano affrettati a farle i complimenti. Ma l’Italia è una grande democrazia che ha ancora molti anticorpi contro ogni forma di compressione dei diritti. Noi faremo opposizione in parlamento e resistenza nel Paese. Perché serve agire su entrambi i fronti. Un’ppposizione molto dura, severa e senza sconti, perché siamo anni luce lontani da questa destra. Loro seminano odio. Ma dobbiamo essere anche pronti a fare resistenza nel Paese, perché proveranno a cancellare diritti noi dovremo essere pronti ad usare tutti i mezzi pacifici e democratici previsit dalla costituzione e contrastare ogni tentativo illiberale e pericoloso di questa destra”.

Difficile poi immaginare un futuro prossimo relativo alla legge contro l’omotransfobia, affondata proprio dalla destra che ora governerà l’Italia. “Noi la ripresenteremo assieme al matrimonio egualitario, che significa anche legge sulle adozioni, assieme alla legge contro le teorie riparative. Presenterò una legge specifica sul voto ai non residenti. Poi c’è il tema dello Ius Scholae, una legge contro il precariato e contro i tirocini e stage gratuiti, un pacchetto di provvedimenti ad hoc e inizieremo la battaglia. Non abbiamo la maggioranza ma la battaglia continua, con gli stessi strumenti da loro utilizzati contro il DDL Zan come l’ostruzionismo, senza dimenticare la mobilitazione della società civile“. “Hanno la maggioranza ma non possono avere a disposizione le nostre vite come piace a loro“.

A chi preoccupato ha chiesto cosa fare dinanzi ad una destra tanto omotransfobica, Zan ha ribadito che “ci metteremo di traverso per impedire” che si possa andare incontro ad una contrazione dei diritti. “Anche la questione dei seggi divisi tra maschi e femmine, è un anacronismo che va cancellato“, ha sottolineato il deputato rilanciando la denuncia portata avanti da Cirinnà domenica e da noi di Gay.it già presa in esame il mese scorso.

A garanzia della Costituzione, fortunatamente, c’è Sergio Mattarella, con la destra che non potrà certamente legiferare discriminazione, lasciando intatte anche le unioni civili: “Potranno provare a mettere mano ad alcuni aspetti, come la reversibilità della pensione, ma saremo fermi e determinati con tutti gli strumenti a nostra disposizione. Compreso il referendum. Se questi fanno leggi terribili, c’è sempre lo strumento del referendum abrogativo che può cancellare delle leggi ignobili che questi potrebbero avere la tentazione di presentare“. “Dico alle famiglie arcobaleno che ci avrete sempre dalla vostra parte, siamo pronti alle barricate. “Serviranno ancora più Pride con una destra al governo“.

Sul congresso di marzo che vedrà Enrico Letta passare la mano, infine, Zan ha fatto notare come non ci si possa limitare al solito “cambio del leader”.  “Dobbiamo tornare a parlare di contenuti, il congresso dovrà essere l’occasione per discuterne, confrontandoci anche in maniera radicale, per far uscire una linea molto precisa. Abbiamo bisogno di una chiara identità, riconoscibile all’esterno. È l’occasione per il grande rilancio del Pd e per l’affermazione di una nuova leadership femminile, giovane, che possa rappresentare nel Paese un vero cambio di rotta“.

E qui, come da noi scritto questa mattina, si torna subito all’immagine di Elly Schlein. Che possa essere lei il futuro del Pd e della sinistra nazionale?

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