A Bologna una coppia gay, Alessandro Bertino e Agostino Albino, è stata costretta a lasciare la propria casa in via della Ca’ Bianca, a causa di un’escalation di episodi omofobici subiti per mesi. I due uomini, insieme da 14 anni e sposati dal 2017, avevano acquistato la casa immersa nel verde a ottobre dell’anno precedente, ma presto si sono trovati a fronteggiare una banda di ragazzi tra i 16 e i 19 anni che li perseguitava a causa del loro orientamento affettivo.
I due avevano già denunciato quanto accaduto a Il Resto del Carlino, ma avevano preferito restare anonimi. Gay.it ne aveva dato conto qui. Ora i due hanno deciso di spiegare bene quanto accaduto, venendo allo scoperto con volti, nomi e cognomi, in un’intervista a Repubblica Bologna.
Gli attacchi hanno avuto inizio quando il gruppo di ragazzi ha scelto l’ingresso indipendente del palazzo come punto di ritrovo, disturbando gli altri condomini. Alessandro e Agostino hanno cercato di porre fine ai disagi chiedendo loro di smettere o di spostarsi altrove, ma ciò ha scatenato una serie di offese verbali, compresi insulti omofobici, minacce alle famiglie e danneggiamento dei loro beni, inclusa l’automobile.
La situazione è peggiorata fino a culminare nel tragico episodio del 22 giugno, quando la coppia è stata avvertita da un amico che la loro casa era stata presa di mira. Giunti sul posto, Alessandro e Agostino hanno scoperto che il loro stendipanni e tutti i loro abiti erano stati dati alle fiamme. L’incidente ha scosso profondamente i due, rimasti smarriti e spaesati davanti alla violenza omofobica dei giovanissimi vandali.
Dopo l’attacco, Bertino e Albino hanno sporto denuncia ai carabinieri, ma l’esperienza ha lasciato gravi conseguenze psicologiche su entrambi. Intimoriti, assediato dalla paura, privi della tranquillità di cui ciascun cittadino dovrebbe avere diritto almeno a casa propria e turbati nella libertà di esprimere pubblicamente il proprio reciproco affetto, la coppia ha deciso di lasciare la casa. Ora Alessandro e Agostino vivono ospiti da amici e stanno cercando un nuovo posto dove trasferirsi.
Proseguono dunque in Italia senza sosta gli episodi di violenza omobitransfobica ai danni della comunità LGBTQIA+. A Pescara qualche giorno fa un uomo è stato preso a pugni per il semplice fatto di aver ammesso di essere gay. A Roma, durante il sit-in di Famiglie Arcobaleno, un grave episodio di discriminazione omofoba si è consumato in una salumeria, in pieno centro. A Verona una coppia di immigrati gay non riesce a trovare casa. Scioccante la sassaiola scagliata contro tre ragazzi gay a Bari. E a Prato, durante un Pride, una drag queen è stata insultata e poi derubata. E ancora: a Piacenza auto distrutta e minacce al grido “Fr*ci* devi morire….”. A Finale Ligure una gang, composta nuovamente da minorenni, ha aggredito un ragazzo gay gridando “Meriti di essere abusato”.
Questi appena elencati sono soltanto gli episodi raccontati da Gay.it nell’ultimo mese, tra il 6 luglio e il 7 agosto 2023. Molti episodi denunciati sono sfuggiti alla cronaca del nostro giornale. E molti, moltissimi, sono gli episodi sommersi che non vengono denunciati. È l’Italia dell’omobitransfobia.
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