Il termine “queer” occupa un posto distintivo nella sigla internazionale LGBTQIA+. Ma che cosa rappresenta realmente il significato di queer? È forse una manifestazione dell’orientamento sessuale o piuttosto un’espressione dell’identità di genere? E chi, esattamente, sono gli individui queer e che cosa li spinge a identificarsi in questo modo?

In maniera sintetica, chi si identifica come queer si distanzia dalle tradizionali categorie di “maschio e femmina”, come anche dalle convenzionali etichette di orientamento sessuale (come gay, lesbica, eterosessuale, ecc.). Si tratta dunque di una volontaria e consapevole esclusione da etichettature ristrette.

Tuttavia, per comprendere appieno la portata e la profondità di questo concetto, è indispensabile esplorare le radici storiche del termine “queer“, immergersi nella Teoria Queer e osservare le manifestazioni culturali contemporanee che hanno portato alla popolarità e all’evoluzione di questa parola.

Significato di queer: una parola in evoluzione

significato di queer

Il termine “queer”, di provenienza inglese, evoca immagini di ciò che è ritenuto stravagante, insolito o diverso. Una connessione linguistica può essere tracciata con la parola tedesca “quer”, che significa “attraverso” o “diagonale”. Storicamente, nei contesti anglosassoni, “queer” ha avuto un’accezione spregiativa, assimilabile all’offensivo “froc*o” nella lingua italiana.

La sequenza di lettere dell’acronimo LGBTQIA+, ha visto l’aggiunta della “Q” di Queer soltanto in tempi più recenti

Semplificando una storia complessa e ricca di sfumature, possiamo dire che, negli anni ’60, la moderna fase di attivismo LGBTQ+ ha avuto inizio focalizzandosi prevalentemente sull’identità gay. Con il passare del tempo, la lotta si è evoluta per includere le donne lesbiche, portando all’uso combinato di “Gay & Lesbian” negli anni ’70.

Gli anni ’80 hanno visto l’inclusione dell’orientamento bisessuale e dell’identità di genere transgender. Tuttavia, è stato negli anni ’90 che il termine “queer” ha guadagnato nuova rilevanza, assumendo una connotazione più inclusiva e vasta.

È stato argomentato che termini come “gay”, “lesbica” e “bisessuale” derivano da una comprensione dell’orientamento sessuale centrata sull’eteronormatività. Le persone che si definiscono come queer sostengono che l’orientamento sessuale possa essere fluido e che definire una persona basandosi unicamente sul desiderio sessuale sia eccessivamente restrittivo.

Il termine “transgender”, invece, si riferisce all’identità di genere piuttosto che all’orientamento sessuale. Di conseguenza, l’acronimo “LGBT” e le identità che rappresenta sono spesso visti dalle persone queer come non perfettamente coesi e possono essere interpretati come ulteriori stereotipi restrittivi.

Ecco perché “queer” emerge come un termine ombrello. È utilizzato da chi rifiuta le nozioni tradizionali di genere e da chi non vuole essere definito esclusivamente in base all’orientamento sessuale. In breve, “queer” rappresenta una resistenza contro le varie etichette e una celebrazione della fluidità dell’esperienza umana. 

IN SINTESI: 

Il termine “queer” è scelto da chi rifiuta di inserirsi in categorie prestabilite, siano esse eterosessuali, cisgender, transgender, omosessuali, lesbiche o altre identità e orientamenti sessuali. Non indica necessariamente un orientamento sessuale o un’identità di genere distinta, ma piuttosto un rifiuto delle etichette tradizionali.

Essere queer non è tanto una definizione della propria sessualità o identità di genere quanto un’affermazione politica contro gli stereotipi e le etichettature. Si tratta di un termine ombrello che include una vasta gamma di identità sessuali e di genere.

A causa di questa scelta di non aderire a una specifica categoria, coloro che si identificano come queer possono a volte essere percepiti come ambigui, anche all’interno della stessa comunità LGBTQIA+.

Teoria queer: origini e sviluppi. Una rivoluzione nel mondo degli studi di genere

teresa de lauretis, accademica che diede nome alla teoria queer
Teresa de Lauretis, accademica che usò per la prima volta il termine Teoria Queer

La teoria Queer si basa sulle riflessioni di eminenti filosofə del Novecento come Foucault, con la sua “Storia della Sessualità”, e le idee di Derrida e Kristeva riguardo al linguaggio e alla rappresentazione. Tuttavia, è stato Teresa De Lauretis, accademica e studiosa italiana, a dare nome a questa teoria durante una conferenza all’Università di Santa Cruz nel 1990.

Al centro della teoria Queer c’è l’idea che l’identificazione come uomo o donna, omosessuale o eterosessuale, sia una costruzione sociale. La teoria si sforza di andare oltre la visione eteronormativa e di includere tutte le identità sessuali e di genere, dando risonanza a chi sfida o non si conforma al binarismo tradizionale di genere. De Lauretis ha visto nella teoria Queer un mezzo per dare un quadro teorico agli studi di genere.

Tuttavia, in un curioso sviluppo, De Lauretis si distaccò successivamente dalla teoria da lei stessa battezzata. In un saggio in cui fece uso ripetuto del termine “lesbica”, sottolineò che la sua scelta era intesa a ridimensionare la teoria Queer, ormai diventata un concetto mainstream ma, a suo avviso, svuotato del suo significato originario. La definì una “creatura concettualmente vacua dell’industria editoriale“, suggerendo che era diventata più una moda accademica che una vera innovazione teorica.

Nonostante ciò, la teoria Queer ha guadagnato trazione e numerosə studiosə hanno prodotto opere che la elaborano e la discutono. “Queer Theory: an introduction” di Anne Lagose nel 1997 e “Canone Inverso, Antologia di Teoria Queer”  del 2012, curato da E. Arfini e C. Lo Iacono, sono solo alcuni degli esempi significativi in questo campo di studi.

“Queer As Folk”: la Serie TV che ha portato il termine “Queer” al grande pubblico

Peter Paige e Oliver Feld di Queer as Folk
Peter Paige e Oliver Feld, attore e regista di “Queer as Folk”

Mentre la Teoria Queer è stata confinata per lungo tempo in ambienti accademici e dibattiti intellettuali, una serie TV ha spalancato le porte al grande pubblico, rendendo il termine “queer” di uso comune. Parliamo di “Queer As Folk“, la famosa serie televisiva che ha narrato le vite, le avventure e le sfide di cinque giovani gay a Pittsburgh all’inizio del nuovo millennio.

Il titolo stesso, “Queer As Folk”, gioca con una popolare espressione idiomatica britannica, “there’s nought queer as folk”, che potrebbe essere tradotto come “non c’è niente di più strano delle persone comuni“. L’uso della parola “queer” nel titolo sottolinea non solo l’originalità e l’autenticità dei personaggi della serie, ma anche la loro ordinarietà, sottolineando come, nonostante la loro appartenenza alla comunità LGBTQ+, siano persone “come tutti gli altri“.

La versione originale britannica di “Queer As Folk” fece il suo debutto nel 1999 e fu un successo. Tuttavia, fu il remake statunitense, lanciato nel 2000 e durato per cinque stagioni, a rendere la serie un fenomeno globale. Oltre a intrattenere, “Queer As Folk” ha aperto un dialogo e ha creato una maggiore consapevolezza su temi legati all’amore, alla sessualità e alle sfide affrontate dalla comunità LGBTQ+. La serie ha anche svolto un ruolo fondamentale nel presentare al mondo una rappresentazione positiva e multidimensionale di personaggi queer, contribuendo a sfidare gli stereotipi e le percezioni negative.

Video e animazione: la prospettiva queer nel mondo creativo

steven universe, rappresentazione queer nei cartoni animati
Steven Universe

Il movimento e la cultura queer non sono confinati solo ai dibattiti accademici, alle serie televisive o alla letteratura. Essi hanno trovato un terreno fertile anche nel mondo dell’animazione e dei video, offrendo una prospettiva fresca e spesso rivoluzionaria su temi di identità, amore e rappresentazione.

Diversi cortometraggi e opere d’animazione hanno attirato l’attenzione di milioni di persone in tutto il mondo, offrendo una visione queer dell’amore, della famiglia e dell’identità:

  • Rappresentazione queer nell’animazione dai primi del ‘900 al 2023: Questa analisi profonda esplora l’evoluzione della rappresentazione queer nell’animazione, confrontando e contrastando le tradizioni dell’oriente e dell’occidente dall’inizio del 20° secolo ad oggi. Leggi di più qui
  • Momenti top queer del 2020 nell’animazione: L’anno 2020 ha portato con sé molti cambiamenti, e l’animazione non è stata da meno. Scopri i 10 momenti più significativi e impattanti dell’animazione con una prospettiva queer di quell’anno. Scopri di più qui
  • The Witch Boy: Netflix ha preso la popolare graphic novel e l’ha trasformata in un musical LGBT, con canzoni del famoso gruppo HAIM. Una storia che tratta temi di identità, magia e amore. Per saperne di più, clicca qui

Il 2018 rappresenta, in particolare, un anno cardine nella storia dell’animazione queer, in particolare quella occidentale e americana. Durante quell’anno, il pubblico giovane di tutto il mondo ha potuto assistere a una scena che, pur nella sua semplicità, ha portato un messaggio potente: uno degli episodi più memorabili e celebrati della serie “Steven Universe” è stato quando hanno presentato un matrimonio omosessuale tra due personaggi, Ruby e Sapphire. 

Questo matrimonio non è stato solo un momento epico per ə fan dello show, ma anche un segno che ha fatto la differenza nella storia dell’animazione, in particolare per un programma rivolto al giovane pubblico. La cerimonia di matrimonio tra Ruby e Sapphire, e il loro amore, sono stati presentati come qualcosa di naturale, genuino e bello, senza alcuna necessità di giustificazione o spiegazione. Questo ha segnato un passo importante nella lotta per la normalizzazione e l’accettazione dell’amore LGBTQ+ nelle società di tutto il mondo.

Principali eventi e festival queer in Italia

Festival mix milano, queer festival
Festival Mix Milano di cinema LGBT+ e Queer Culture

L’Italia, con la sua ricca storia e cultura, ha visto negli ultimi anni una fioritura di eventi e festival dedicati alla tematica queer. Questi eventi non solo celebrano la comunità queer, ma offrono anche una piattaforma per artistə, cineastə e filosofə queer per esprimere le loro voci, condividere le loro storie e promuovere la consapevolezza, la rappresentazione e l’accettazione. Ecco una breve panoramica di alcuni dei principali festival queer che si svolgono in Italia:

1. BIG – Bari International Gender Film Festival

Dove: Bari

Quando: Settembre

Dettagli: Unisce cinema, musica e performance per esplorare tematiche di genere e identità.

Sito: bigff.it

2. Florence Queer Festival

Dove: Firenze

Quando: Ottobre (2020)

Dettagli: Celebra l’identità LGBTQ attraverso film, teatro e eventi culturali.

Sito: florencequeerfestival.it

3. Gender Bender

Dove: Bologna

Quando: Ottobre

Dettagli: Rappresentazione del corpo e identità con danza, teatro, musica e molto altro.

Sito: genderbender.it

4. Lovers Film Festival

Dove: Torino

Quando: Fine aprile

Dettagli: Uno dei festival di cinema LGBTQ più antichi in Europa.

Sito: loversff.com

5. MIX Milano Festival

Dove: Milano

Quando: Giugno

Dettagli: Celebra l’inizio del pride month con film e comunità eventi.

Sito: https://mixfestival.eu/

6. Omovies Film Fest

Dove: Napoli

Quando: Dicembre

Dettagli: Mostra l’amore in tutte le sue forme e sfaccettature.

Sito: omovies.it

7. Orlando: Identità, Relazioni, Possibilità

Dove: Bergamo

Quando: Agosto

Dettagli: Un festival queer con un approccio inclusivo e coinvolgente.

Sito: orlandofestival.it

8. Sicilia Queer International New Vision Filmfest

Dove: Palermo

Quando: Fine maggio

Dettagli: Sfida la cultura omologata offrendo un nuovo sguardo sulla cultura queer.

Sito: siciliaqueerfilmfest.it

9. Some Prefer Cake

Dove: Bologna

Quando: Settembre

Dettagli: Dedicato al cinema lesbico e alla comunità lesbo italiana.

Sito: someprefercakefestival.com

10. USN – Sardinia Queer Film Expo

Dove: Cagliari

Quando: Novembre

Dettagli: Offre un mix di proiezioni, dibattiti e incontri celebrando la cultura queer.

Sito: usnexpo.it

Personaggi famosi che si identificano come queer

sam smith queer

Il termine “queer” è spesso utilizzato per rappresentare una fluidità di genere e sessualità, un rifiuto delle etichette tradizionali e un’identificazione con una gamma più ampia di espressioni di identità e orientamento. Molte celebrità, nel corso degli anni, hanno scelto di identificarsi come queer, sottolineando il rifiuto di essere confinati in categorie rigide. Ecco alcuni esempi notevoli:

  • Sam Smith: L’artista, famoso a livello mondiale, ha aperto un significativo dibattito sulla fluidità di genere quando, nel 2019, ha dichiarato di identificarsi come genderqueer. Sebbene precedentemente avesse parlato della sua omosessualità, Sam Smith ha sottolineato che la sua identità di genere va oltre la tradizionale definizione binaria di maschio o femmina. Il cantante ha esplorato la propria identità e ha trovato che il termine “genderqueer” risuona meglio con la sua esperienza personale. Smith ha anche condiviso che, sebbene abbia riflettuto sulla possibilità di un intervento di transizione, al momento non ritiene che sarà una scelta per lui.
  • Tilda Swinton: L’attrice britannica, conosciuta per la sua versatilità e per i suoi ruoli trasgressivi, ha spesso affrontato temi di identità e androginia sia nella sua carriera che nella vita privata. Ha pubblicamente dichiarato di identificarsi come queer, sottolineando come la divisione rigida tra maschile e femminile sia “noiosa”. La Swinton, con il suo stile unico e la sua audacia, ha continuato a sfidare le norme di genere e ha celebrato la diversità in tutte le sue forme.

Queste celebrità, con il loro coming out e le loro vite, hanno contribuito a spostare l’ago del discorso pubblico, portando alla luce la complessità e la bellezza delle identità queer. Con il loro coraggio e la loro visibilità, hanno offerto rappresentazione e ispirazione a moltə che si sforzano di trovare e abbracciare la propria verità.

La visione rivoluzionaria della famiglia queer di Michela Murgia

michela murgia, famiglia queer

Il concetto di famiglia ha subito molti cambiamenti nel corso degli anni, specialmente nell’era moderna. La famiglia tradizionale, basata su un modello composto da padre, madre e figli, non rappresenta più l’unico ideale o la realtà per molte persone. Con l’emergere di nuove definizioni e strutture familiari, il termine “famiglia” ha assunto significati diversi e inclusivi, riflettendo la diversità e la complessità delle relazioni umane.

In questo contesto, l’approccio rivoluzionario di Michela Murgia ha rappresentato una pietra miliare. L’uso del termine “famiglia queer” ha introdotto un nuovo modo di comprendere e vivere il concetto di famiglia. Con questa espressione, Michela ha voluto evidenziare come la famiglia possa essere una rete di relazioni fondate sull’amore, sulla cura reciproca e sulla scelta consapevole, piuttosto che su legami biologici o aspettative sociali.

Michela Murgia, con la sua brillante intuizione e sensibilità, ha voluto mostrare che la famiglia non è un concetto statico o rigido, ma piuttosto fluido e in continua evoluzione. La “famiglia queer” non è definita da genere, orientamento sessuale o legami di sangue, ma piuttosto da legami affettivi genuini e consapevoli.

Il messaggio potente dietro questa definizione è che l’amore non ha confini, e la famiglia può essere ciò che scegliamo di farne. Michela ha voluto sfidare i concetti tradizionali e incoraggiare le persone a vedere oltre gli stereotipi e le aspettative imposte dalla società.

La sua scomparsa prematura è stata una grande perdita per la letteratura e la cultura italiane, ma la sua eredità continua a vivere attraverso le sue parole e le sue idee. La “famiglia queer” di Michela Murgia è un esempio di come le parole possano trasformare e arricchire il nostro modo di vedere il mondo, offrendo nuove prospettive e spunti di riflessione su temi tanto universali quanto l’amore e la famiglia.

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