Venerdì 12 maggio i primi cittadini d’Italia si ritroveranno per chiedere ufficialmente al governo di porre fine alla reiterata discriminazione nei confronti dei bambini delle famiglie arcobaleno, a cui l’esecutivo Meloni ha dichiarato ufficialmente guerra.
7 sindaci di centrosinistra, ovvero Roberto Gualtieri (Roma), Beppe Sala (Milano), Gaetano Manfredi (Napoli), Stefano Lo Russo (Torino), Matteo Lepore (Bologna), Dario Nardella (Firenze) e Antonio Decaro (Bari), guideranno l’assemblea straordinaria che accoglierà a braccia aperte tutti gli enti locali iscritti alla rete RE.A.DY, impegnata a prevenire, contrastare e superare le discriminazioni per orientamento sessuale e identità di genere.
L’invito è arrivato a tutti gli iscritti. Bisognerà ora capire chi risponderà presente. Vedremo anche sindaci di centrodestra come Mario Conte, primo cittadino leghista di Treviso che ha annunciato di voler continuare a registrare i figli delle coppie omogenitoriali? Probabilmente no, visto e considerato che il comune di Treviso è uscito dalla rete RE.A.DY nel 2019.
Non è ancora chiaro chi ci sarà, se sarà aperto alle associazioni, alla stampa e al pubblico, se l’incontro andrà in diretta streaming. Tutto è in divenire, con l’associazione Famiglie Arcobaleno chiaramente coinvolta.
Stefano Lo Russo, primo cittadino di Torino, ha così rilanciato l’appuntamento dalla serata di apertura del Lovers Film Festival:
“Come amministrazione comunale ci stiamo impegnando ad avere un atteggiamento, un comportamento serio e responsabile su alcuni temi. Uno di questi è il riconoscimento delle famiglie omogenitoriali. Abbiamo fatto un piccolo coordinamento di sindaci che si è proposto di chiedere al governo di intervenire rispetto normativo per colmare questa lacuna. Il 12 maggio faremo questa iniziativa a scopo propositivo“.
Un’assemblea che si preannuncia particolarmente accesa, mentre lo scontro politico prosegue (Zan vs. Piantedosi ieri alla Camera), con le procure che continuano a remare contro le famiglie arcobaleno e le piazze che tornano a riempirsi. Sabato ore 15:00 a Padova, davanti Palazzo Moroni, si terrà un sit-in contro la procura che ha chiesto gli atti di nascita di 33 figlie e figli di coppie di donne. A Bergamo è già capitato che una mamma sia stata cancellata dal certificato di sua figlia Giulia, di 9 mesi, così come a Belluno, dove il procuratore Paolo Luca ha chiesto la cancellazione di tutte le iscrizioni già effettuate.
Il 12 maggio i sindaci d’Italia si ritroverranno per dire basta a questo scempio. Cosa risponderà il governo Meloni?
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