Poter votare anche candidati di genere non binario alle elezioni comunali, quando siamo solitamente invitati ad esprimere una preferenza per due generi, femminile e maschile. È la proposta di Paolo Mascena, consigliere comunale di minoranza di Furci Siculo, comune dell’area metropolitana di Messina, con una popolazione di circa 3200 abitanti.
“Chiunque deve godere degli stessi diritti” ha spiegato Mascena, presentando un emendamento per modificare il regolamento per il funzionamento dei comitati di quartiere, premessa elettorale per poi sospingere la modifica fino eventualmente alle elezioni del consiglio comunale. L’iniziativa politica è giunta in aula – ed è questa la buona notizia, che potremmo definire il primo sasso nello stagno – con l’ambizione di permettere, all’elettore che volesse esprimere due preferenze, di indicarne anche una di genere non binario, pena annullamento anche dell’altra preferenza.
Pochi giorni fa la notizia della sentenza storica del Tribunale di Roma che ha riconosciuto per la prima volta una identità di genere non binario. La Colombia si appresta a sua volta a trascrivere l’identità non binaria sui documenti.
Intervistato da un quotidiano locale, Mascena ha dichiarato: “L’idea nasce dalla necessità di voler vedere gli stessi diritti per qualsiasi membro della società, indipendentemente dal proprio genere o non genere sessuale, chiunque dovrebbe avere la possibilità di candidarsi, ma ancora oggi molti diritti sono negati alla comunità Lgbtqia+ ed essere stato portavoce della questione per la prima volta non solo nel nostro comune, ma probabilmente anche nella regione, mi fa carico di una responsabilità enorme. Non appena vi sarà una normativa adeguata al caso – ha spiegato così Paolo Mascena la propria iniziativa politica – l’emendamento verrà riproposto da me o da chiunque altro sarà al mio posto, l’importante non è chi porti avanti le idee, ma che queste possano diventare un elemento concreto per la comunità e spero se ne discuta anche negli altri comuni. In sede di Commissione consiliare prima e Consiglio comunale poi – ha aggiunto Mascena – ho visto quanto la tematica ha avuto un riscontro positivo, ringrazio il Consiglio comunale in tutte le sue parti e il presidente Carmelo Maccarrone per avermi mi ha dato questa possibilità ed avere l’opportunità di parlare per la prima volta di tematiche tanto importanti quanto delicate. Poterne discuterne in aula consiliare è stato un grande traguardo in vista di un obbiettivo molto più grande da raggiungere. Questo è solo l’inizio e spero che non solo i colleghi del mio comune discutano di diritti civili ma anche quelli delle amministrazioni dei vari comuni limitrofi e non, sarebbe un grande senso di civiltà, democrazia ed innovazione”.
Il Presidente della commissione consiliare Maccarrone ha speso parole di apertura all’iniziativa di Mascena “è stato un successo già discuterne e vedere tutti d’accordo, bocciarlo sarebbe stato sbagliato e attendiamo di trovare una formula adeguata”.
La cattiva notizia è che, nonostante le intenzioni di apertura dimostrate dalla commissione consiliare, l’emendamento non è stato dichiarato ammissibile, perché la legge italiana non prevede candidature di genere diverso da quello maschile e femminile, dunque si rischierebbero ricorsi post elettorali, che invaliderebbero le elezioni dei Comitati di quartiere.
La buona notizia è che un primo sasso è stato gettato, grazie a questo giovane ragazzo che ha messo in moto un’iniziativa politica concreta. Attendiamo ora che lo stagno Italia venga smosso anche da altre iniziative analoghe a quella di Paolo Mascena, coraggioso consigliere comunale di un piccolo paese siciliano. (gf)
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