“Non sono una signora” il drag show di Alba Parietti a rischio cancellazione dalla Rai sotto scacco del Governo Meloni

Davvero è tutta colpa della finale di Champions League?

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La messa in onda di “Non sono una signora”, il drag show condotto da Alba Parietti, è stata nuovamente rimandata. Forse a Settembre, sebbene in Rai nessuno abbia notizie a riguardo. L’unica certezza è che “Non sono una signora”, la cui messa in onda è stata posticipata svariate volte, non sarà trasmessa il 16 Maggio su Rai 2, come annunciato nell’ultima comunicazione ufficiale.

Forse l’ha detta giusta Vanessa Van Cartier, che è giudice del programma. Ieri Van Cartier ha accusato senza mezzi termini la politica, che, secondo la drag queen, vuole cancellare lo show e togliere il lavoro alle persone LGBTQI+.

La Rai è sotto osservazione, il Governo Meloni guarda e osserva, vorrebbe licenziare l’ad Fuortes e un drag show non s’ha da fare. Stiamo parlando del Governo che sta attuando una certosina opera di cancellazione delle famiglie omogenitoriali: non c’è da stupirsi se un programma di drag queen viene cancellato. Ma c’è molto da indignarsi.

E chissà cosa dice Alba Parietti, che lo scorso settembre, a pochi giorni dalle elezioni, annusando l’imminente onda nera che avrebbe portato Meloni a Palazzo Chigi, fece una qualche apertura, una specie di giravolta possibilista – “Non condivido il suo pensiero, ma ho grande rispetto per lei ed è bravissima” disse Alba di Giorgia – tanto per far sapere alla destra avanzante che lei, Alba, tutto sommato, un po’ di fiducia era pronta a concederla ai neo-post-missini arrembanti. Chi è causa del suo mal, pianga se stesso?

Ricapitolando.

L’annuncio è di quasi un anno fa (Governo Draghi saldissimo a Chigi):  arriva “Non sono una signora, su Rai 2 un programma con personaggi famosi in abiti da drag queen”. Nel Giugno 2022 Stefano Coletta, direttore contenuti Rai di prima serata, era già guardingo rispetto all’avanzata delle destre: “Il programma sulle drag queen è un gioco comico, non è veicolo di indottrinamento. L’arte en travesti funziona molto” aveva spiegato il direttore dell’intrattenimento di prima serata Rai.

La messa in onda della prima di 5 puntate di “Non sono una signora” era prevista per lo scorso 7 Novembre, subito poi spostato al 5 Dicembre 2022. Qualche settimana prima, Nick Cerioni, in qualità di direttore artistico del programma, in un’intervista a Gay.it aveva spiegato di aver lavorato ad evitare l’effetto en travesti.

“È un grande omaggio al mondo drag. Abbiamo inoltre 3 drag internazionali in giuria, sono una garanzia. Nessuno ha voluto scimmiottare il mondo femminile in primis, c’è un grandissimo rispetto per la cultura drag.”
Nick Cerioni a Gay.it il 25 Novembre 2022
(leggere questa intervista per capire la portata queer dello show ndr)

Qualche giorno dopo, il programma viene sospeso e rimandato a dopo Sanremo 2023. La notizia insospettisce immediatamente la stampa di settore: dopo Sanremo quando? Alba Parietti pubblicamente “sogna” che possa andare in onda il 14 Febbraio, a San Valentino. Ma nulla trapela, fin quando, l’11 Gennaio, viene perentoriamente annunciata una data: il 16 Maggio 2023 andrà in onda la prima delle 5 puntate del drag show “Non sono una signora” presentato da Alba Parietti.

Ieri, all’improvviso, lo sfogo via Twitter della giudice Vanessa Van Cartier, che lascia intendere che il programma sia stato nuovamente rinviato.

Una politica che licenzia persone Lgbtqiplus perché non fanno parte della “loro normalità!” Una politica che nel 2023 non vuole mandare in onda un programma sulle drag queens!

Sul nuovo rinvio e sull’ipotesi cancellazione del programma è intervenuta oggi anche Alba Parietti, interpellata da TvBlog, al quale la conduttrice ha spiegato:

“Faccio parte di una squadra, la Rai, di cui ho rispetto. Ma rispetto anche il lavoro mio e di chi ha partecipato al programma, che è un bellissimo prodotto. Non voglio fare commenti ulteriori. Ho letto anche io le parole di Vanessa Van Cartier, che non sento e vedo da mesi, da quando cioè abbiamo finito le registrazioni. Evidentemente, ne sa più di me (ride, Ndr). Ad oggi, io non ho ricevuto nessuna comunicazione ufficiale dalla Rai diversa da quella della messa in onda del 16 maggio“. 

Toni pacificatori e acqua sul fuoco da parte di Stefano Coletta, che sempre a Tv Blog spiega che è tutta colpa del calcio:

Da ieri stiamo capendo il da farsi. Il 16 maggio si giocherà una delle partite di calcio dell’anno, la semifinale di Champions League Inter-Milan, che sarà trasmessa in chiaro su Canale 5. Chi fa televisione sa che quell’evento può far registrare anche il 40% di share. Quindi sul posizionamento di ‘Non sono una signora’ potremmo anche prendere decisioni diverse, ci stiamo ragionando. Fra qualche giorno decideremo. Ci sono di mezzo questioni di opportunità politica? No, non c’è alcuna questione politica“.

In questi giorni negli USA la destra suprematista di stampo trumpiano sta mettendo in atto una vera e propria criminalizzazione alle drag queen, i cui show sono stati già banditi in Tennesse, Texas e Florida, dove proprio ieri si è svolta una manifestazione di protesta. Negli USA, dove gli artisti sono veri attivisti, Lizzo ha portato in scena una vera e propria provocazione contro la destra repubblicana. Quella destra alla quale Meloni deve molto in termini di strategia politica, grazie soprattutto alla frequentazione delle conferenze di Steve Bannon (qui un articolo di Repubblica a riguardo).

Negli scorsi mesi più di una voce è trapelata dalla Rai sul fatto che “Non sono una signora” sia problematico sotto alcuni punti di vista. Secondo quanto appreso da Gay.it, lo show è stato prodotto con grande rispetto dell’arte drag, ma in fase di montaggio proprio alcuni passaggi legati a quella “coerenza drag” sarebbero emersi come problematici per una prima serata Rai. Insomma, pare che alcuni pavidi project manager Rai volessero un programma di travestiti, e invece si ritrovano un programma di vera arte drag, e la vera arte drag manda su tutte le furie anche il più docile dei reazionari: il maschio italico non va scalfito con un vestito da donna. Siamo a questi livelli.

Così, non siamo stupitə che in Rai stiano giocando alla cancellazione di “Non sono una signora”: per questa destra sempre più nera una partita di calcio è senz’altro meglio di un drag show.

(gf)

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