I servizi di intelligence britannici hanno saputo dell’invasione russa in Ucraina monitorando l’utilizzo da parte dei soldati russi di alcuni social e app di incontri, inclusa Grindr.
Dinanzi alla mobilitazione delle forze russe al confine con l’Ucraina del mese scorso, l’intelligence inglese ha tenuto d’occhio VKontakte, noto come VK, equivalente russo di Facebook, ma non solo. Una fonte ha spifferato che i servizi segreti hanno attinto non poche informazioni da Grindr. Perché per quanto Putin abbia bandito la “propaganda omosesuale” nel 2013, l’app gay è con discrezione utilizzata anche all’interno del suo stesso esercito, tra soldati e alti funzionari.
Una fonte ha detto al DailyMail: “Questi siti sono una miniera d’oro per le nostre spie, le app di appuntamenti in particolare: i soldati e tutti quelli che erano coinvolti nello sforzo militare sono particolamente sinceri su queste app. Noi eravamo al corrente dell’imminenza dell’invasione, fino ad arrivare a dettagli come l’arrivo di scorte di sangue per le truppe russe“.
Questo vuol dire che su Grindr, tra una foto XXX e l’altra, i soldati russi gay si sarebbero sbottonati su quanto sarebbe a breve avvenuto in Ucraina, con l’invasione diventata drammaticamente realtà 2 settimane or sono. E pensare che solo ieri Kirill, patriarca cristiano ortodosso di Mosca, aveva giustificato la guerra voluta da Vladimir Putin perché “contro la lobby gay” d’Occidente.
Una guerra, quella ancora in corso, che ha visto gli attivisti LGBT addestrarsi a combattere contro l’invasore russo omofobo, catturando alcuni soldati. Una guerra che vede i rifugiati africani queer discriminati alla frontiera e in grave pericolo, così come le persone trans, in un Paese, l’Ucraina supportata anche da Mahmood, tutt’altro che friendly ancor prima dell’invasione putiniana.
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