J.K. Rowling, mamma di Harry Potter nonché donna più ricca d’Inghilterra, è tornata a fare fuoco e fiamme nei confronti della comunità transgender. La scorsa settimana Rowling ha fatto un’apparizione a sorpresa alla conferenza delle donne anti-trans FiLia. Fino ad oggi J.K. non aveva mai partecipato pubblicamente ad alcun convegno transfobico, limitandosi ad esternare le proprie discusse opinioni sul web.
Rowling ha parlato insieme alla nota TERF Julie Bindel in un panel dedicato a sessismo e bullismo. La scrittrice ha detto che la sua spropositata ricchezza le ha concesso il dovere di parlare contro le persone trans, per proteggere donne e ragazze cisgender.
“Mi sono guardata intorno e ho capito che doveva farlo qualcuno in grado di sopportare il contraccolpo. E dovevo essere io. Me lo posso permettere”. Rowling ha poi affermato che “non si è mai trattato di una questione di diritti dei trans”. “Si tratta dei diritti delle donne e delle richieste degli attivisti di smantellare tali diritti”. “Non ho altro che profonda simpatia per le donne trans che hanno subito violenza maschile. Voglio che le persone trans siano al sicuro. Semplicemente non voglio che le donne e le ragazze siano meno sicure”.
La scrittrice ha quindi ridato fiato all’argomentazione TERF secondo cui la concessione di eventuali diritti alle persone trans metterebbe in qualche modo in pericolo le donne cisgender. Peccato che siano le persone trans quelle realmente in pericolo, a causa proprio di simili pericolose retoriche. Il Williams Institute ha certificato che le persone trans hanno quattro volte più probabilità delle persone cisgender di essere vittime di crimini violenti.
FiLia non aveva annunciato Rowling nel programma di giornata per evitare le proteste delle associazioni LGBTQIA+, da anni sul piede di guerra nei confronti della mamma di Harry Potter, pronta a diventare sempre più ricca grazie al nuovo adattamento tv della celebre saga.
Non contenta, J.K. ha condiviso sui social una foto del 2018 in cui si legge lo slogan “Ripetete con noi: Le donne transgender sono donne”, proiettato sulle mura del Ministero della Giustizia britannico. Rowling ha semplicemente aggiunto “No”, per poi concludere: “Mi farei volentieri due anni se l’alternativa fosse il discorso forzato e la negazione forzata della realtà e dell’importanza del sesso. Portatemi in tribunale. Sarà più divertente di quanto non lo sia mai stato un tappeto rosso”.
Una crociata transfobica, quella portata avanti da JK, che va avanti ormai da anni.
Solo negli ultimi 24 mesi ha celebrato la Giornata della Donna con i soliti indecenti tweet transfobici, ha aperto un centro per le vittime di stupro a Edimburgo escludendo le donne trans*, ha pranzato con attiviste transfobiche mentre migliaia di persone marciavano per l’uguaglianza trans, ha promosso l’e-commerce che vende merce transfobica e ha seminato like a tweet sulle terapie di conversione per giovani transgender. In sua difesa, non a caso, si è schierata l’ultradestra internazionale, che va dalla nostra Eugenia Roccella a Vladimir Putin.
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