Marco Mengoni è la nostra Taylor Swift?

C'è la possibilità che Marco Mengoni sposti voti in politica, come accade negli USA con Taylor Swift?

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C’è la possibilità che Marco Mengoni sposti voti in politica, come accade negli USA con Taylor Swift?

State tuttə calmissimə. È solo una farneticazione. Una provocazione. Eppure, condividiamola.

A proposito di elezioni USA, abbiamo già detto che c’è la possibilità che gli Americani rieleggano Donald Trump, che nel frattempo se ne va in giro a fare outing al suo rivale Ron De Santis, che però ha la moglie omofobica! LOL.

Le ultime notizie LGBTIQ+ sulle elezioni USA del 2024 doverosamente riportano anche tutto quel che il Presidente degli Stati Uniti Joe Biden ha fatto per la comunità omo-bi-trans-intersex-queer americana e di tutto il mondo. La presidenza del Consiglio italiana (guidata da Meloni)  ha anche provato a oscurare le raccomandazioni del Presidente USA all’Italia in materia di diritti LGBTIQ+. Di nuovo ci sono ora queste voci, che vorrebbero Biden ormai consumato dalla presidenza e dall’età. Il vecchio Joe potrebbe fare un passo indietro e lasciare il campo a Gavin Newsom, già pioniere del matrimonio egualitario, attuale Governatore della California, l’uomo nuovo che – secondo l’area più liberal del Partito Democratico – potrebbe meglio fronteggiare Donald Trump (il quale se rieletto promette di ripristinare il divieto militare per le persone trans).

Ora si dirà: ma che c’entra Marco Mengoni e che c’entra Taylor Swift? Ebbene proprio Gavin Newsom potrebbe avvalersi dell’influenza di Taylor Swift. In USA la campagna elettorale del 2024 è ancora lontana, ma gli analisti già si chiedono quanto potrà influenzarla la reginetta del pop, la cantante, capace di trasformare in oro tutto ciò che tocca, ha già dimostrato il suo impatto in molteplici settori.

taylor swift elezioni usa
Taylor Swift: Retrospettiva di un fenomeno, scritta da un fan veterano.

Quest’estate, il suo Eras tour ha contribuito con 5 miliardi di dollari al Pil americano e ha generato un aumento delle donazioni al Banco Alimentare nelle città in cui si è esibita. Come molte star USA, anche Taylor ha celebrato il Pride Month con ardore, e senza mezzi termini ha attaccato una certa politica omotransfobica USA – VIDEO. Non solo la sua musica, ma anche la sua presenza alle partite dei Kansas City Chiefs, la squadra in cui gioca il suo nuovo fidanzato Travis Kelce, ha fatto schizzare le vendite del merchandising del 400% e le ha guadagnato 300.000 nuovi follower sui social. E se credi che Taylor Swift sia gay, c’è anche un campeggio per te. Persino la tv Fox che ha trasmesso il match del suo fidanzato ha visto gli ascolti schizzare alle stelle. E dire che Fox News è repubblicanissima e tacciata anche di soffiare sul fuoco di Trump. Croci e incroci del potere immenso di Taylor.

Non è finita. Dal suo Eras Tour, Taylor Swift sta per lanciare un film dedicato ai suoi concerti, e sta negoziando personalmente la distribuzione con la catena di cinema AMC. Questo potrebbe aiutare le sale cinematografiche a riprendersi dopo la crisi causata dalla pandemia, specialmente dopo lo sciopero degli sceneggiatori che ha ridotto drasticamente le uscite (e ci ha privati dei divi di Hollywood a Venezia).

Un solo post di Swift ha spinto 35.000 giovani a registrarsi per votare, generando un traffico record su Vote.org. Lo chiamano “Effetto Swift“, i repubblicani sono inquieti e Gavin Newsom gongola, pensando di poter presto mettere le mani sull’influenza di Taylor, che già nel 2018 aveva sostenuto un candidato democratico in Tennessee e che nel 2020 si era nettamente schierata a fianco di Joe Biden, contro Trump, impegnandosi ad aiutare il presidente a combattere le discriminazioni verso le persone LGBTIQ+ e verso gli afroamericani. La simpatia politica di Swift per cause liberali care ai democratici è testimoniata anche dal suo boyfriend. Travis Kelce in passato si è schierato contro i pestaggi della polizia e si è fatto promotore del vaccino Pfizer durante la pandemia da Covid-19.

Potrebbe accadere anche in Italia? Marco Mengoni potrebbe essere la nostra Taylor Swift? Quanti voti potrebbe influenzare Marco Mengoni? Non ci sono studi in tal senso, eppure noi scommettiamo che non ne sposterebbe pochi. L’impegno di Mengoni, cantante di canzonette, artista del mondo leggero, personalità dall’alta credibilità artistica, ma assai sottovalutato dalla politica. Del resto la politica italiana è notoriamente cieca e sorda al potere della cultura, della comunicazione artistica, della narrazione degli artisti. Insomma conta più un tweet di Calenda che una storia di Mengoni, per la politica italiana. Eppure a guardare i numeri…

Ad ogni modo, qui si spera che Mengoni possa essere la nostra Taylor Swift. E anzi, diciamolo, l’artista di Ronciglione s’è già speso, assai e senza infingimenti. Mengoni non le ha mandate a dire (oltre al fatto che si è presentato in consiglio dei ministri a sbuffo alle spalle di Meloni che se stava a fa’ un selfie... ah no ma è un meme!).

Si registrano varie azioni di supporto alle cause queer/LGBTIQ+ di Mengoni, e no, non sono meme: Marco Mengoni che dal palco di Padova fa una bella ramanzina allo Stato italiano: “Non si può decidere cosa sia una famiglia, decidere sui bambini” – VIDEO. Prendiamo nota che, come Taylor, anche Mengoni si è schierato durante il Pride Month. Qualcun* dirà: e vabbé ma si schierano tutt* ormai. E ma mica tutti dicono pubblicamente parole come queste? “Governo Meloni anacronistico, ho paura”. Scolpita infine nella storia dell’Eurovision la bandiera Progress Pride sventolata sul palco della Liverpool Arena, pare che Meloni sia svenuta. Non da ultimo, ecco nuovamente Marco professare parole di adorazione queer nel premiare la stilista Donatella Versace per il suo sostegno ai diritti LGBTIQ+.

Chissà cosa ne pensa e semmai dovesse avvalersi di Mengoni, come Newsom con Swift, Elly Schlein, segretaria del PD che non ha disdegnato di canticchiare e ballare la canzonettissima dell’anno, “Mon amour” di Annalisa: ho visto lei che bacia lui che bacia lei che bacia me… (diventato un meme dei reazionari di destra incapaci di leggerezza). Sarebbe anche ora che in Italia la politica iniziasse invece a vivere davvero a stretto contatto con la società civile. Tutta, non solo quella finanziata con le clientele pubbliche dei sostegni, dei bonus, delle sovvenzioni, delle cooperative eccetera. Sarebbe proprio ora di un “Effetto Mengoni“.

 

Marco Mengoni gay.it
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