Ungheria
In Ungheria il riconfermato presidente Victor Orban ha difeso con le unghie e con i denti la “legge contro la propaganda LGBT+“ approvata lo scorso anno e ampiamente criticata dall’Unione Europea, con minacce di sanzioni e ripercussioni economiche. La legge in questione già oggi vieta materiale con personaggi gay o veicolante un qualsiasi tipo di supporto alla comunità LGBT+ che possa essere visto da minori. I contenuti che mostrino relazioni LGBT+, o una transizione o affermazione di genere, e persino semplici immagini della bandiera arcobaleno sono etichettati come “non raccomandato ai minori di 18 anni” e possono essere trasmessi in tv solo tra le 22 e le 5 del mattino. Il referendum voluto da Orban ha però fallito il quorum e ora la legge è finita alla Corte di Giustizia Europea.
Nei mesi scorsi Ursula Von Der Leyen ha più volte minacciato Ungheria e Polonia, tuonando contro le leggi omotransfobiche approvate dai rispettivi governi. “La legge ungherese è una vergogna, discrimina persone sulla base dell’orientamento sessuale va contro i valori fondamentali della Ue. Noi non faremo compromessi su questi principi”, ha spiegato la presidente della Commissione europea lo scorso anno. “Ho dato istruzione ai miei commissari responsabili di scrivere una lettera alle autorità ungheresi nella quale esprimiamo le nostre preoccupazioni legali prima che la legge entri in vigore”. “L’ho già detto altre volte e voglio ripeterlo anche qui, io credo fortemente in una Ue in cui si è liberi di amarre chi si vuole. Credo in una Ue che abbracci la diversità che è al fondamento dei nostri valori e userò tutti i poteri della Commissione per fare in modo che i diritti di tutti i cittadini europei siano garantiti per chiunque e ovunque”.
Lo scorso aprile Matteo Salvini ha voluto personalmente incontrare Orban, ricevuto dal Papa, con il leghista Simone Pillon che ha chiesto ufficialmente una legge simile anche in Italia. Anche più recentemente Orban ha esplicitato il proprio programma di governo, ovvero: “Stop all’immigrazione, difesa delle radici cristiane, no alla mescolanza di razze e alla follia gender, recupero della sovranità”. Non così distante dunque da quanto vanno propagandando Salvini e Meloni. A dividere Orban dalla leader di Fratelli d’Italia, al momento, solo la diversa posizione sull’invasione russa dell’Ucraina. Il presidente ungherese boccia l’invio di armi a Volodymyr Zelens’kyj, mentre Meloni lo sostiene.