Orbán e Meloni in attesa di Trump: l’alba nera di un Occidente omotransfobico

Il voto europeo di Fratelli d'Italia e Lega a favore dell'Ungheria racconta bene il disegno dell'Internazionale Sovranista.

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viktor orban giorgia meloni donald trump
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L’Unione Europea ha definito l’Ungheria del sovranista Viktor Orbán “un’autocrazia elettorale” e vuole esercitare pressione finanziaria, per riportarla sulla strada della democrazia liberale.

Indipendenza della magistratura, libertà di espressione, compressioni dei diritti civili, tra cui leggi costituzionali che violano i diritti e la parità di trattamento della comunità lgbtq+, tra le motivazioni che hanno indotto la Commissione Europea a procedere contro il paese magiaro.

La Commissione vuole congelare i 7,5 miliardi di euro di finanziamenti destinati all’Ungheria, una cifra che equivale al 5% del Pil.

Il governo di Viktor Orbán è accusato di aver convogliato i soldi dell’UE verso i finanziatori del suo partito Fidesz e di non tutelare i flussi finanziari dagli attacchi della corruzione locale.

Ma non si tratta soltanto di corruzione. L’Unione Europea chiede a Budapest di riformare il sistema giudiziario, la cui indipendenza è stata cancellata dalle recenti riforme che sottopongono la magistratura ai voleri dell’esecutivo (un provvedimento analogo era stato preso anche dalla Polonia, anch’essa richiamata dall’Unione).

L’UE chiede inoltre all’Ungheria di rivedere le leggi contrarie alle libertà civili, tra le quali quelle che mettono il guinzaglio ai media, compromettendo la libertà di espressione e il pluralismo politico e rappresentativo. L’Ungheria è sotto accusa anche di non garantire sufficienti libertà nelle università e nell’associazionismo.

La presa di posizione della Commissione Europea ha chiamato in causa le forze politiche di tutti i paesi membri. Anche in Italia, davanti ai provvedimenti dell’Unione contro il governo ungherese, sono emerse le posizioni della destra che si appresta a vincere le Elezioni Politiche del 25 Settembre 2022. Meloni e Salvini si sono schierati con Orbán e con il suo governo di ispirazione sovranista: è del resto nel cuore del sovranismo l’idea che ciascun governo decida della vita e dei corpi dei propri cittadini. Principi cardine dell’Unione Europea sono invece le libertà individuali, in una unione di stati man mano sempre meno sovrani e impiccioni della vita delle persone.

Venerdì scorso il Parlamento Europeo è stato chiamato ad approvare la relazione della Commissione (che funge da governo esecutivo) sullo stop ai 7.5 miliardi all’Ungheria. Fratelli d’Italia di Giorgia Meloni e la Lega di Matteo Salvini  hanno votato contro, prendendo le difese del governo di Viktor Orbán. Silvio Berlusconi ha invece preso le distanze dai suoi alleati e ha detto che Forza Italia uscirebbe dal governo se Meloni e Salvini forzassero la mano verso posizioni anti-UE.

In verità il comportamento dei partiti di Meloni e Salvini è coerente con il disegno dell‘internazionale sovranista, non solo in Europa (recentemente l’estrema destra ha vinto le elezioni in Svezia e governa già in Polonia), ma anche oltreoceano. Da Bolsonaro, che in Brasile sta restaurando una vera e propria dittatura contraria a qualsiasi principio liberale, agli USA, dove il Partito Repubblicano americano è ormai nelle mani della destra suprematista di Donald Trump.

Negli USA, in prossimità delle elezioni di medio termine del prossimo Novembre, il movimento “MAGA” (Make American Great Again) è nuovamente in crescita di popolarità, e non è escluso che – qualora Trump uscisse indenne dalle accuse che lo vedono coinvolto come fomentatore del tentato colpo di stato di Capitol Hill del 6 Gennaio 2021 – nel 2024 potrebbe essere nuovamente Presidente degli Stati Uniti.

Avremmo così un asse illiberale dagli USA di Trump alla Russia di Putin, con l’Italia nella posizione di ponte europeo dell’arco sovranista internazionale. Quella destra che vuole – come dichiarato senza mezzi termini dallo stesso Putin – distruggere il sistema delle democrazie liberali.

Tornando all’Ungheria, il sovranista Orbán attende che in Italia, paese fondatore dell’UE e membro influente dell’Unione (per ordine di grandezza della sua popolazione e del suo Pil), si insedi il governo di estrema destra Meloni-Salvini, che potrebbe facilmente fare pressioni per ammorbidire le posizioni dell’Unione verso l’Ungheria e spostare l’asse europeo verso quella destra pronta a comprimere i diritti civili, in particolari quelli delle persone LGBTI+.

Non è un caso che, in risposta all’annuncio della Commissione Europea di tagliare i 7,5 miliardi di fondi all’Ungheria, il governo Orbán ha annunciato 17 provvedimenti di riforma, per accogliere alcune delle istanze poste dall’Europa e sbloccare i finanziamenti. Ma a ben vedere, quelli proposti da Budapest sono provvedimenti che riguardano giustizia, appalti e anti-corruzione. Nessuna delle riforme promesse dall’Ungheria ha a che fare con i diritti civili.

La Commissione Europea ha fatto sapere che i 17 provvedimenti proposti dal governo ungherese potrebbero risolvere alcuni problemi e sbloccare i 7,5 miliardi. È certo che l’Italia di Meloni e Salvini cercherà di supportare l’Ungheria di Orbán per ottenere i finanziamenti UE, con la sola correzione di leggi su magistratura, appalti e flussi finanziari, senza modificare le gravi compressioni di diritti civili attualmente in atto in Ungheria.

È l’alba nera di un’Europa che potrebbe abbandonare il suo status di “Area di Libertà LGBTIQ” e avvicinarsi alla Russia di Vladimir Putin. In attesa che negli USA Trump faccia a pezzi per sempre il modello americano delle democrazie liberali.

 

 

 

Qui di seguito alcune notizie essenziali che aiutano ad approfondire l’articolo:

Viktor Orbán infiamma la convention dei repubblicani USA: “Meno drag queen e più Chuck Norris” 

Matteo Salvini vuole copiare Orban: “L’Ungheria è il mio modello sulla famiglia” 

Ungheria e Polonia richiamate dalla Commissione Europea per l’omotransfobia

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