In una lettere al Corriere della Sera Giorgia Meloni combina un pasticcio e mescola Ddl Zan e GPA (gestazione per altri). In risposta a un editoriale del giornalista Antonio Polito, che si chiedeva “Giorgia Meloni ha un problema con le donne?”, la leader di Fratelli d’Italia rovescia il tavolo e accusa la sinistra di voler umiliare il corpo delle donne con il Ddl Zan.
Secondo Meloni le richieste LGBTQIA+ comportano un appiattimento della differenza sessuale, un nuovo modello patriarcale (LOL), una distruzione del materno. Tutto questo viene associato al Ddl Zan. Una tecnica tipicamente populista – tendente alla propaganda fascistoide che sollecita ignoranze e pigrizie intellettuali – e che fa di tutta l’erba un fascio.
Meloni associa un disegno di legge per proteggere le persone fragili (donne, LGBTQIA+, persone con disabilità) dai reati di odio, con la pratica della Gestazione per altri (GPA), e cioè la pratica regolamentata in moltissimi paesi, che permette ad una donna di condurre una gravidanza per conto di un’altra coppia.
La gestazione per altri (GPA) è una scelta fatta per il 70% da coppie eterosessuali e per il 30% da coppie omosessuali composte da uomini o donne. È un percorso che non affrontano solo gli uomini. Molte donne arrivano alla gestazione per altri dopo aver avuto problemi di fertilità.
Meloni si era già mostrata contraria alla Gestazione Per Altri quando, la scorsa primavera, insieme a Mara Carfagna (all’epoca Forza Italia, oggi Azione) aveva portato avanti un disegno di legge, approvato in commissione giustizia, che chiedeva che la gestazione per altri diventasse reato universale. E che dunque fosse reato non solo se svolto in Italia, ma anche all’estero.
Per essere più specifici, Meloni (e Carfagna e molti altri, anche un candidato del PD, come vi spieghiamo qui) ritengono che se una coppia (eterosessuale od omosessuale) usufruisce della tecnologia medica definita GPA all’estero, una volta rientrata in Italia debba essere penalmente accusata e perseguita.
Sul corpo delle donne, sull’aborto e sulla sua confusa opinione riguardo a Ddl Zan e “utero in affitto”, Meloni scrive quindi sul Corriere:
Noi non siamo reazionari, non vogliamo tornare indietro: vogliamo costruire il futuro. Ma siamo conservatori, perché vogliamo portare con noi, nel futuro, quello che abbiamo amato e amiamo, la nostra storia, la tradizione, l’appartenenza al genere sessuale, la possibilità per un bimbo di avere una mamma e un papà, la solidarietà tra le generazioni, il rispetto per gli anziani, la cura dei più fragili. E la sinistra, cosa vuole, per le donne? L’abbiamo visto con il ddl Zan: l’appiattimento della differenza sessuale, un nuovo modello patriarcale che fa scomparire le donne e distrugge il materno. Per la sinistra, essere madre non è un valore sociale ma addirittura qualcosa che può essere comprato e venduto: l’utero si può addirittura affittare e le donne povere si possono sfruttare. Bisogna lasciare fare il mercato. Noi invece ci battiamo per una piena e integrale applicazione della 194 e affinché le donne siano davvero libere di essere madri se lo vogliono, senza rinunciare a nulla, ai propri talenti, alla carriera e alla politica. Io credo che i diritti delle donne si difendano così.
Si tratta di una specie di centrifuga schiumosa di pensiero conservatore, nel quale la complessità è affogata e insieme pre-digerita in un semplicistico pensiero che vorrebbe essere conservatore, ma che si rivela soltanto populista e fortemente reazionario.
Un furbissimo modo di confondere le acque, spaventare il corpo elettorale, e rivendicare la propria appartenenza a un passato che da Trump in poi sta re-ingoiando l’Occidente. Un Occidente sempre più spaventato dal futuro. Nel quale l’Italia di Meloni si appresta ad essere massima protagonista di una regressione senza precedenti dalla fine del nazifascismo.
Il Ddl Zan era soltanto un disegno di legge contro l’odio per le donne, contro l’odio omobitransfobico e contro l’odio verso le persone con disabilità.
La gestazione per altri (GPA) è una tecnologia moderna che mette le donne, che sono padrone del proprio corpo, nelle condizioni di ospitare una gravidanza per un progetto genitoriale altrui.
Meloni non parla di difesa delle persone fragili dall’odio. E parla di sfruttamento delle donne.
È pura propaganda. In Gran Bretagna le donne che vogliano mettere a disposizione il proprio corpo per la GPA devono essere già madri e avere una condizione economica autosufficiente: e questo soltanto per citare qui due punti che smentiscono le bugie reazionarie di Meloni.
Nei paesi occidentali e civili di cui l’Italia fa parte e nei quali la GPA è consentita e regolamentata, non esiste sfruttamento delle donne. Esiste l’amore. Ed esiste la convivenza civile e solidale. Troppo per Meloni. A caccia soltanto di confusione. Perché si sa, dove c’è confusione, c’è richiesta di ordine.
In questo articolo vi abbiamo raccontato la gestazione per altri con precisione ed emozione.
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A forza de strillà a cazzo ce rimane senza voce? Ma io dico proprio che! Ignorante che ignora!