“La storia non bussa, ma irrompe sulla scena, questa è una battaglia transfemminista”, De Simone ci parla della Sherocco Academy

Quattro giorni dedicati a storia e formazione del mondo LGBTQIA+. Vi raccontiamo tutto.

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A Giugno arriva la Sherocco Academy, prima summer school dedicata agli studi di genere e teoria queer.
Si svolgerà in Puglia, tra Ostuni e Cisternino, nello splendida Valle d’Itria, presso il centro di ricerca e culturale artistica La Luna nel Pozzo.
Dal 24 al 26 Giugno, dalle 10 alle 18, una ventata di workshop, letture, e lezioni tenute dai nomi più autorevoli del campo: Maya De Leo, Porpora Marcasciano, Paul B. Preciado, Francesca Romana Recchia Luciani, Lorenzo Bernini, Sara Garbagnoli, Cirus Rinaldi, Vera Gheno, Alessandro Taurino, Giosuè Prezioso, Simone Alliva, Vladimir Luxuria, Roberta Galizia, e molt* altr*. Un’occasione imperdibile per colmare i gaps culturali del nostro paese, scoprirci di più tra passato e presente, ma e anche festeggiarci, in uno spazio aperto e variopinto.

A questo link trovate tutte le informazioni per iscrivervi e partecipare.

Noi di Gay.it abbiamo intervistato Titti De Simone – consigliera al Presidente della Regione Puglia, e tra le organizzatrici principali dell’intero progetto – per conoscere meglio il programma della Sherocco Academy e scoprire cosa ci aspetta.

Com’è nata la scelta di svolgere la Sherocco Academy nella Valle d’Itria? C’è un’unione ta cultura LGBTQIA+ e Sud Italia, vero?

Sappiamo quanto ha contribuito il Sud nella costruzione del nostro movimento, e le terre del Mezzogiorno sono fondamentali nella storia dell’omosessualità. Palermo, Catania, Napoli, Bari, Lecce e mille altre città del sud sono state luogo di tragedie – vedi la persecuzione delle persone omosessuali e transessuali al confino delle Tremiti, durante il fascismo – ma anche di graduale rinascita, in un susseguirsi di nuove esperienze che hanno portato la nostra comunità a rifiorire nel tempo. Dopo due anni di distanziamento sociale, la scelta della Valle d’Itria ci sembrava fondamentale per recuperare uno spazio fisico di società e comunità, dentro un contesto non urbano ma rurale, dove mantenere una ecosostenibilità e biodiversità in linea con i nostri obiettivi.

In Italia, è ancora assente un’adeguata preparazione alla storia del movimento LGBTQIA+. Come vi siete approcciat* ad un programma così vasto e qual è stato il feedback generale?

Abbiamo sviluppato il programma in due percorsi formativi: uno dedicato alla Storia e Teoria del Movimento LGBTQIA+, curato dalla professoressa Francesca Romana Recchia Luciani, e un altro concentrato su Arte, Rappresentazione, e Linguaggi coordinato dal professore Giosuè Prezioso. Le lezioni saranno accompagnate insieme da 12 dodici docenti, tra le voci più autorevoli e importanti del pensiero queer, in Italia e nel resto d’Europa. Dalla docente Maya De Leo, che con il suo testo “Queer Storia culturale della comunità LGBT+ ha dato un gigantesco contributo storico e letterario al nostro paese, a Paul B. Preciado, tra i più grandi filosofi transfemministi della nostra epoca, che ci onorerà con la sua lectio magistralis. Abbiamo ricevuto una valanga di email da docenti, studenti, attivist*, di ogni generazione e genere, che vogliono iscriversi e partecipare alla Summer School. Siamo rimast* sorpres* ma neanche troppo, perché evidentemente c’è questo bisogno di approfondire e studiare meglio la nostra storia e si sente l’urgenza di colmare alcuni gaps culturali.

 

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Sappiamo che battaglie femministe e LGBTQIA+ sono intersecate, ma quest’unione non è ancora abbastanza chiara, anche all’interno della comunità. Come verrà sviluppato il tema dell’intersezionalità?

Il nostro è un percorso dichiaratamente transfemminista. Al di là dei vari conflitti di tessuto politico – vedi anche la diatriba con il DDL Zan riguardo l’identità di genere – noi siamo convinte che la storia non bussa. Al contrario, la storia entra e irrompe la scena, insieme alla vita concreta delle persone e dei loro corpi. Lo Sherocco è un vento che sta già soffiando e porta con sé nuove domande. In questo le nuove generazioni sono protagoniste, perché partecipano spontaneamente al cambiamento, senza ideologie e superando tutta una serie di categorie e steccati che non ci appartengono più. Come ci hanno insegnato i più grandi pensatori, l’intersezionalità è anche rifiuto della guerra, del razzismo, e ogni tipo di oppressione in una società tuttora poco inclusiva. Per noi tutto questo è fondamentale.

Come verrà affrontata l’unione tra mascolinità e violenza?

Avremo Lorenzo Bernini che nelle sue lezioni partirà da una critica al binarismo di genere e sessuale, cominciando proprio con quei modelli culturali maschili e stereotipi che in qualche modo ci appartengono ancora, e cercando di rispondere ad un nuova interpretazione della sessualità. Mentre con Cirus Rinaldi si ricostruirà la rappresentazione e organizzazione del sex work maschile, tema controverso ma che si pone come un incrocio tra modelli tradizionali e le nuove forme di normalizzazione.

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La Sherocco Academy si terrà dal 24 al 26 Giugno.

Anche il tema del linguaggio è centrale nel movimento. Come vi siete post* davanti l’utilizzo delle parole, anche in relazione ad una lingua etimologicamente poco inclusiva come l’italiano?

Nelle lezioni con Vera Gheno il linguaggio è centrale perché ci dice chiaramente se esistiamo o no. Nel suo discorso c’è un orizzonte spalancato, dove il punto non è trovare facili soluzioni, ma portare avanti un processo che tenga conto della visibilità di chiunque. Perché anche la lingua è una costruzione culturale e sociale, e adesso tocca a noi cercare di renderla più inclusiva possibile. Dall’altro lato Porpora Marcasciano, tratterà il tema del linguaggio anche in relazione alla soggettività trans – la T rimossa e dimenticata dalla nostra comunità. Ci si concentrerà sulla costruzione di un vocabolario nuovo, che ci permetta di ampliare la nostra conoscenza e, al contempo, creare nuove definizioni per identificare la comunità e le nostre battaglie. La stessa tematica verrà affrontata anche da Simone Alliva e Vladimir Luxuria in relazione ai media, e come nell’informazione pubblica ci sia una forte manomissione delle parole, causata da una scarsa conoscenza dell’argomento.

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Sherocco Academy

Proprio a proposito dei media, sarà centrale anche la tematica della rappresentazione, e cosa significa affrontarla insieme ad un team composto interamente da persone appartenenti dell’ambiente queer?

Per noi un festival o è uno spazio di comunità, oppure non è un festival. A partire dal fatto che siamo tutte persone parte del movimento, attivist* con una storia di impegno politico. Con età diverse, ma tutte in relazione con il territorio e le varie associazioni LGBTQIA+. Vogliamo riunire e dare senso ad una comunità che è un po’ dispersa, forse anche litigiosa e provata dalla crisi politica che stiamo attraversando e dalle sconfitte delle nostre battaglie, ma che oggi ha bisogno di ricostruire uno spazio comunitario.

Come verrà sviluppato il tema della comunicazione sanitaria, anche in relazione ad un’educazione sessuale ancora manchevole nel nostro paese?

Con il contributo di Alessandro Taurino, psicologo e formatore – in collaborazione anche con il Centro Disforia di Genere del Policnico di Bari – si partirà dal problema dell’alfabetizzazione. Saranno due lezioni rivolte ad un pubblico molto generico, anche fuori dalla nostra bolla queer: dai docenti e il personale scolastico, che non hanno sempre gli strumenti per affrontare determinate tematiche, su come utilizzare parole e concetti per noi scontati ma che richiedono prima di tutto una formazione. Si rivolge anche gli ordini personali, gli psicologici, il personale sanitario, i giornalisti, gli avvocati, tutto il mondo delle professioni che entra a contatto con la comunità LGBTQIA+, per molteplici ragioni. Non avrà un taglio sanitario, quanto più culturale, aperto a chiunque.

 

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