Malika Ayane, ospite di Massimo Gramellini, è tornata a parlare dell’urgenza della legge contro l’omotransfobia, la misoginia e l’abilismo nel corso de Le Parole della Settimana, su Rai3. Malika ha provato a spiegare come mai proprio il mondo della musica, in Italia, nell’ultima settimana abbia deciso di metterci la faccia, chiedendo a gran voce l’approvazione del DDL Zan.
Penso che sia cambiato tutto, negli ultimi anni, perché abbiamo un rapporto diretto con chi ci ascolta. Possono scriverci in ogni momento, dirci cosa provano con i nostri brani. La settimana scorsa è uscito il mio nuovo album e un ragazzo mi ha raccontato come la storia d’amore con il suo fidanzato, nata durante il primo lockdown, e come una mia frase di un brano, “nella catrastrofe ci sentiamo bene“, rappresentasse questa cosa. Il fatto di sentirci direttamente coinvolti nelle vite che accompagniamo, influisce e ci fa sentire più presenti.
Da bimba Ayane giocava indistintemente con giocattoli che si pensavano per femminucce o maschietti, tanto da non condividere affatto il dilemma della divisione di generi con i giochi d’infanzia. “Giocavo benissimo a pallone, cacciavo i draghi, facevo le torte di fango, mi arrampicavo sugli alberi. Oggi faccio pugilato, mi dicono che non faccio cose da ragazze, mi dicono “hai una moto?“, trovo disueto questo modo di considerare le donne, identificarle dentro una cosa. Ho visto padri all’asilo di mia figlia far sparire carrelli dai giochi dei figli maschi“.
Un’Italia purtroppo omotransfobica, come raccontato quasi quotidianamente dalla cronaca nazionale, che non fa distinzioni tra nord, sud e isole.
A colpirmi in particolare non è stata una storia, ma il fatto che fosse geolocalizzata e vicina a noi. A Milano siamo fortunati, c’è la moda, lo spettacolo, diventa un po’ un rifugio. In tal senso mi ha colpita la storia di Thomas, stato preso a sassate in quanto gay, vicino Como, perché anche nel nostro nord, così aperto e moderno, si corre il rischio di essere preso a sassate. Lo trovo folle. Non è inutile denunciare, è importante denunciare, è un fenomeno così orrendamente grande, ma già il fatto che ci sia una notizia vuol dire che potrebbe esserci un principio di cambiamento. È importante continuare a parlarne, a costo di sentirsi dire “tu pensa a cantare”. Promuovere la lettura di un disegno di legge che prevede non il sacrificio di un’opinione, ma la tutela di chi, per quello che è, viene ogni giorno maltrattato ed è in pericolo di vita.
Nell’ultima settimana abbiamo assistito ad una mobilitazione dello star system nazionale in difesa del DDL Zan, che ha coinvolto nomi come Fedez, Elodie, Levante, Piero Pelù, Michele Bravi, Paola Turci, Mahmood, il maestro premio Oscar Nicola Piovani, Francesca Michielin, Maurizio Costanzo, Alessandro Gassman, Costantino, Carlo Cracco, La Rappresentante di Lista e i ragazzi dello Stato Sociale.
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Che Top di Donna e Artista :-) (P.s:ennesima richiesta di emoticon STAFF!!) Ci sono pure sul vetusto e piu' utilizzato Grindr.