Disney cancella progetto da un miliardo di dollari in Florida. Ron DeSantis criticato anche dai repubblicani

Ma il governatore repubblicano va avanti. Nuova legge contro le drag in tutto lo stato e il Tampa Pride cancella i propri eventi.

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La guerra a distanza tra carte bollate, minacce e accuse reciproche tra Disney e Ron DeSantis, governatore della Florida, prosegue. Con un nuovo clamoroso colpo di scena.

La Disney ha cancellato i piani di costruzione di un campus da 1 miliardo di dollari a Lake Nona, in Florida per l’appunto, visti gli attacchi continui da parte del governatore repubblicano all’azienda. Il campus avrebbe ospitato quasi 1.000 dipendenti che si sono appena trasferiti dalla sede centrale dell’azienda in California e avrebbe generato oltre 2.000 posti di lavoro in tutto lo Stato. Josh D’Amaro, presidente di Disney Parks, ha annunciato lo stralcio del progetto “dati i notevoli cambiamenti avvenuti dai tempi dell’annuncio, comprese nuove condizioni legate al business”.

Non è stata una decisione facile da prendere, ma credo che sia quella giusta“, ha scritto D’Amaro in una mail inviata a tutti i dipendenti, aggiungendo che l’azienda aiuterà quest’ultimi che si sono già trasferiti in Florida a tornare in California. Il New York Times sottolinea come la disputa con DeSantis abbia “avuto un ruolo di primo piano” nella cancellazione del campus. Contro il governatore della Florida si sono scagliati i suoi stessi colleghi di partito.

Il sindaco di Miami Francis Suarez, repubblicano, ha parlato di “vendette personali” tra DeSantis e la Disney, accusata di averlo aspramente criticato lo scorso anno per l’approvazione della legge Don’t Say Gay.

Ron DeSanctimonious viene catturato nella trappola per topi“, ha twittato giovedì l’account ufficiale che segue la nuova campagna presidenza di Donald Trump, che teme la possibile candidatura di DeSantis alle primarie di partito.

L’ex vicepresidente repubblicano Mike Pence ha definito Walt Disney “Woke Disney”, per la sua opposizione alla legge omotransfobica dello Stato, ma ha aggiunto: “Alla fine, gli affari in America sono affari e non sono molto sorpreso vedere la Disney annullare un contratto da 1 miliardo di dollari. Questo danneggerà solo le persone nell’area di Orlando e della Florida, ed è il motivo in più per cui per mesi ho detto che entrambe le parti avrebbero dovuto finirla. Prenditi la vittoria per i diritti dei genitori ottenuta con quella legge e vai avanti“.

Il governatore della California Gavin Newsom, democratico, ha invece cinguettato: “Ora si scopre che le politiche bigotte hanno delle conseguenze“. Newsom ha definito l’annuncio della Disney una “vittoria” per la California, sottolineando come i dipendenti Disney “sanno ora di poter vivere in uno Stato in cui sono rispettati e al sicuro“.

L’addetto stampa di DeSantis, Jeremy Redfern, ha cercato di minimizzare il tutto, incolpando le finanze della Disney. “Date le difficoltà finanziarie dell’azienda, il calo della capitalizzazione di mercato e il calo del prezzo delle azioni, non sorprende che ristrutturino le loro operazioni commerciali e annullino iniziative fallite“.

La Disney ha recentemente trascinato in tribunale DeSantis e altri funzionari della Florida per la loro presunta “mirata campagna di ritorsione” dopo che l’azienda aveva attaccato la lege “Don’t Say Gay”.

Dopo le critiche pubbliche della Disney, DeSantis ha in più occasioni sparato a zero contro la società, revocando lo storico accordo speciale decennale che consentiva alla Disney di supervisionare la sua proprietà di 25.000 acri vicino a Orlando. A febbraio, DeSantis ha firmato un disegno di legge che ha abolito il distretto speciale Disney, per poi nominare un consiglio di cinque membri per sovrintenderlo. DeSantis ha persino minacciato di costruire una prigione accanto a Disneyworld e ha chiesto la supervisione statale delle giostre del parco. Un’ossessione ridicolizzata da un giornale locale, secondo cui il governatore avrebbe dichiarato “guerra termonucleare a un topo dei cartoni animati“. DeSantis è stato deriso anche al Saturday Night Live, avendo sposato sua moglie proprio a Disney World, nel 2009. Disney World, nel frattempo, che per i prossimi 3 anni ospiterà la più grande conferenza LGBTQIA+ al mondo e il suo primo storico Pride ufficiale d’America.

Nel frattempo il governatore della Florida prosegue la sua guerra alla comunità LGBTQIA+. La scorsa settimana DeSantis ha firmato un nuovo disegno di legge anti-LGBTQIA, in quella che Joe Saunders, direttore di Equality Florida, ha definito “la più grande lista di progetti di legge anti-LGBTQ+ firmati in una singola sessione legislativa nella storia della Florida”.

La nuova legge consentirà alle commissioni statali di revocare le licenze commerciali di qualsiasi luogo che consentirà ai minori di vedere “uno spettacolo dal vivo per adulti“. Sebbene il testo del disegno di legge non menzioni esplicitamente il drag show, una dispensa del governatore specifica come gli spettacoli drag siano considerati spettacoli dal vivo per adulti “senza un serio valore letterario, artistico, politico o scientifico“.

Dinanzi a questa legge, che ricalca quella approvata in Tennessee, il Tampa Pride ha dovuto cancellare i propri eventi. Negli anni passati l’evento Pride on the River di Tampa, pensato e realizzato all’aperto per tutte le famiglie, prevedeva fuochi d’artificio, drag brunch e spettacoli drag lungo il centro di Tampa Riverwalk. Per l’evento di settembre gli organizzatori miravano a creare un’area per soli adulti in cui potessero svolgersi spettacoli di drag queen, ma non sono stati in grado di trovare un luogo che potesse essere recintato, come riportato dal Tampa Bay Times .

“Ci siamo detti, abbiamo paura che se avessimo fatto questo DeSantis sarebbe arrivato con la sua Gestapo … non la polizia di Tampa, perché stiamo lavorando con loro, ma forse un altro gruppo, e loro avrebbero staccato la spina“, ha rivelato amaramente la presidente del Tampa Pride Carrie West.

West ha ricordato come migliaia di persone negli anni passati siano arrivate a Tampa proprio per l’evento, arrivando fino ai 20.000 visitatori. Tampa Pride perderà quasi 100.000 dollari annullando la serie di eventi, con la città che non potrà più beneficiare economicamente del festival o dei suoi sponsor. “È sconfortante sentire che il Tampa Pride on the River è stato cancellato“, ha dichiarato la sindaca di Tampa Jane Castor. “Ma non cambia il fatto che Tampa è e sarà sempre una comunità inclusiva, diversificata e accogliente“.

Il Tampa Pride on the River non è l’unico evento pride della Florida ad essere stato cancellato quest’anno. Il mese scorso un’organizzazione Pride a St. Lucie è stata costretta a cancellare la sua parata e a limitare il suo festival ai soli maggiori di 21 anni, in attesa che DeSantis firmasse il disegno di legge anti-drag.

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