Chi è la persona LGBTQ+ dell’anno?

In Italia la comunità LGBTQ+ è stata quotidianamente argomento di dibattito pubblico, tra DDL Zan e soggetti impegnati a rivendicare la propria individuale diversità. Ecco le persone dell'anno selezionate da Gay.it. VOTA >

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Simone Alliva

Simone Alliva gay.it awards giornalista

Simone Alliva è stato l’unico giornalista italiano a seguire con dedizione quotidiana l’iter del DDL Zan e a riportarlo sulla stampa generalista con precisione e trasparenza. Dalle pagine de La Stampa e de L’Espresso ha raccontato e continua a raccontare al pubblico mainstream le ingiustizie e le oppressioni che la comunità LGBTQ+ italiana e internazionale subiscono incessantemente. Quest’anno Alliva ha pubblicato il suo libro sul recupero della memoria del Movimento LGBTQ+ italiano, e il suo lavoro “Fuori i nomi” è in poco tempo diventato un imprescindibile vademecum per la comprensione dell’attivismo LGBTQ+ della nostra comunità. Sui propri profili Twitter e Instagram, quest’anno divenuti molto popolari, Simone riporta all’attenzione dei suoi follower le questioni ascrivibili a un senso di comunità intersezionale, segnalando ogni giorno fatti che riguardino non solo la comunità LGBTQ+, ma anche i diritti delle donne, degli immigrati, delle persone portatrici di disabilità, di ambiente. Poiché Alliva è anche una penna di Gay.it (qui i suoi articoli), in redazione ci siamo chiesti se fosse opportuno candidarlo tra le persone LGBTQ+ dell’anno: siamo sicuri di non essere fraintesi, e per questo lo segnaliamo orgogliosamente come una delle persone LGBTQ+ che nel 2021 hanno fatto la storia della comunità.

 

 

Karma B

karma b gay.it awards drag queen

La storia non finisce qui. Così le Karma B hanno concluso il proprio indimenticabile intervento a Propaganda Live nell’Ottobre 2021, pochi giorni dopo l’affossamento del DDL Zan in Senato. Nell’anno in cui in Italia sbarca Drag Race, le Karma B possono ben vantarsi di non aver mai smesso di promuovere l’arte drag come metafora di liberazione ed espressione individuale. Nel solco di una cultura queer precedente alla fama digitale schermata dai social network – sebbene le Karma siano fortissimamemte imperdibili su IG – anche quest’anno Mauro e Carmelo hanno orgogliosamente sventolato la sfrontatezza di chi può giocare, comunicare e fare spettacolo con le maschere, e non ha timore di denunciare certi nervi scoperti della stessa comunità LGBTQ+.

 

 

 

Jonathan Bazzi

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Dalle colonne di Gay.it, Jonathan Bazzi ne ha fatta di strada. Senza mai abbassare l’asticella. Il suo romanzo Febbre, acclamata evoluzione letteraria del suo coraggioso racconto proprio su Gay.it, è appena stato pubblicato in Spagna, ed è stato acquistato e tradotto in lingua inglese per i mercati di lingua anglosassone. Febbre diventerà anche un film. Nel 2021 Jonathan ha mantenuto alta la conversazione sulle questioni che la comunità LGBTQ+ accoglie come doverosamente intersezionali: la parità di genere, la lotta al patriarcato, l’armonia con il pianeta e l’universo, il veganesimo e diritti animali, le questioni legate al linguaggio inclusivo. Tutto questo Jonathan continua a farlo senza sconti a nessuno e non solo dai suoi account social , ma dalle pagine di alcuni dei più grandi media del paese: 7 del Corriere della Sera, Domani, Vanity Fair. In attesa del nuovo romanzo – Corpi minori – previsto per Febbraio 2022, riconosciamo a Jonathan Bazzi di non essersi mai risparmiato nel 2021 sulle grandi battaglie di liberazione, quelle del presente e quelle del futuro.

 

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Fabio Canino

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Anche quest’anno Fabio Canino è riuscito a mantenersi saldo in un programma di prima serata di Rai 1 come Ballando con le Stelle, senza mai fare sconti, né indietreggiare. L’unico gay della televisione italiana che non ha mai ceduto alle lusinghe di un certo potere catto-conservatore, grazie alla propria intelligenza e sagacia, e grazie all’amore del pubblico, resta vigilmente presente su quella frontiera che è la televisione popolare, a ricordare che possiamo essere noi stessi, portare avanti le nostre rivendicazioni, sollecitare il legislatore – come Fabio ha incessantemente fatto durante l’iter del DDL Zan dai propri social network, attaccando senza remore leghisti fratellisti (d’Italia) e anche piddini – e restare nei cuori della famiglia media italiana che, come lo stesso Canino insegna, è sempre più aperta ed evoluta di quanto lo stesso potere vorrebbe far credere.

 

Francesco Cicconetti

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Nell’anno in cui la visibilità delle persone transgender è stata oggetto di dibattito pubblico, Francesco Cicconetti si è ritagliato la coraggiosa posizione di giovane e combattivo frondista transgender. Social star conosciuto come Mehths, Francesco non ha mai smesso di portare avanti le faticose istanze della corretta percezione e rappresentazione delle persone transgender. Già da noi citato tra le 10 persone transgender più influenti del 2021, Cicconetti ha saputo mantenersi irreprensibile davanti alle battaglie più controverse e faticose della comunità transgender, come quella del dead name. Al contempo è riuscito ad attirare l’attenzione di un pubblico più mainstream, al quale ha saputo raccontare con spirito divulgativo il multiforme universo transgender. Il suo è stato un anno luminoso, che lo pone senza dubbio tra le persone che nel 2021 hanno fatto la storia della comunità LGBTQ+.

 

 

Cathy La Torre

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L’avvocathy da mezzo milione di follower continua a combattere con noi e per noi, senza mai fermarsi. Durante l’iter legislativo che ha visto naufragare il DDL Zan contro l’omobitransfobia e l’abilismo, Cathy La Torre ha tuonato e denunciato, si è poi instancabilmente spesa per supportare l’elezione di una persona della comunità LGBTQ+ a Milano, ha arricchito la propria narrazione di donna fieramente appartenente alla comunità LGBTQ+ anche su fronti più glamour e inaspettati. Ma soprattutto, in questo 2021 Cathy La Torre ha saputo raccontare con trasparenza e dignità il suo percorso di modificazione del corpo, in funzione della propria percezione identitaria. Cathy non ha avuto timore di ridurre il seno, e ha raccontato di averlo fatto per andare incontro alla sua identità non binaria.

 

 

Madame

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La libertà di innamorarsi di femmine o maschi, giovani o vecchi non è soltanto un’affermazione da intervista. Fin dall’irruzione sulla scena mainstream di Sanremo con il proprio coming out, e poi durante tutto il 2021, Madame ha difeso ad oltranza il principio della libertà individuale e dell’identità peculiare e non replicabile. Dotata di un carisma dalle molteplici sfumature, Madame rappresenta – più o meno consciamente – una nuova generazione di ragazzə prontə a difendere l’autodeterminazione post-ideologica, e determinate a scombinare le caselle di appartenenza. Che piaccia o no alle frange puriste della comunità LGBTQ+, senza particolari dichiarazioni politiche, Madame racconta con un certo anticipo quel poliforme contemporaneo di libertà totali per cui tuttə combattiamo.

 

 

Mahmood

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La provocazione di un mondo senza etichette – in riferimento alla dichiarazione di Mahmood nel 2019 – è difficile da digerire per gran parte di una comunità che lotta, grazie alla propria visibilità, contro i pregiudizi e le oppressioni. Ma se questo è vero per moltə artistə che ancora oggi si barcamenano per girare intorno a stentati coming out, gravidanze surrogate e patetici nascondimenti, bisogna dare atto a Mahmood di aver spostato – forse in modo scomposto e ingenuo – l’orizzonte un po’ più in là. Mahmood non ha nulla da nascondere e, a differenza di gran parte dello star system sedicente progressista italiano, ha fatto sentire la sua voce a supporto delle questioni concrete. Ex ragazzino di periferia, madre sarda e padre egiziano svanito fin dall’infanzia, nel 2021 Mahmood ha pubblicato Ghettolimpo, album osannato dalla critica, manifesto musicale che inneggia alla propria diversità autobiografica. Le sonorità di Mahmood mescolano culture e geografie distanti, i testi parlano di dolori d’infanzia e ferite che tornano a galla, diversità che si azzuffano tra loro, generi musicali che riaffiorano scardinati e contaminati. Il più internazionale dei nostri artisti ci sta dicendo che un artista parla, eccome se parla. Senza dichiarazioni raccogli-like, Mahmood ha indicato una prospettiva e segnato il 2021 della comunità LGBTQ+ come pochi altri.

 

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Barbara Masini

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La senatrice di Forza Italia ha fatto coming out durante l’iter di approvazione del DDL Zan. “Ho una compagna, ma non mi batto a favore del ddl Zan mossa da ragioni personali. La mia è una battaglia di giustizia e libertà” disse Masini, dichiarando voto favorevole al DDL, quando il Parlamento sembrava orientato ad approvare il disegno di legge contro l’omobitransfobia e l’abilismo. In rappresentanza di quella parte di Forza Italia ormai annichilita dalle svolte a destra, Barbara Masini ha strenuamente cercato di fare, della propria esperienza, un esempio di indirizzo liberale del partito berlusconiano. “I diritti non sono di sinistra o di destra. La destra ci deve mettere più coraggio”. La prima donna di centro destra apertamente omosessuale ha lasciato il proprio segno sul 2021 della comunità LGBTQ+.

 

 

Porpora Marcasciano

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Quando Marcella Di Folco ci aveva lasciati, Porpora Marcasciano era diventata presidente del Movimento Italiano Trans (MIT). A fianco di Di Folco, Marcasciano è stata protagonista di cinquant’anni di attivismo e di battaglie per la difesa dei diritti delle persone transgender e di tutta la comunità LGBTQ+. Poi, ad Ottobre 2021, la campagna elettorale, candidata per una lista civica. Porpora denuncia la violenza legalizzata di utilizzo del suo dead name. Quindi racconta  i giochini tattici dei soliti noti (Italia Viva). Infine viene eletta consigliera comunale a Bologna. Successivamente, Marcasciano è investita della carica di Presidentessa alle Pari Opportunità. “Non si può avere sfiducia nella politica” ha detto Porpora quando ha accettato la candidatura. L’elezione di un’attivista storica del Movimento a una carica istituzionale, seppur locale, in quella Bologna da sempre attenta alle istanze egualitarie, è un barlume di luce, in un paese dominato dal potere maschile eteronormato. Porpora nel 2021 ha certamente scritto una magnifica pagina della storia della comunità LGBTQ+.

 

Diego Passoni

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Diego Passoni è un attivista 24 ore su 24, sette giorni su sette, a tutto campo. Attraverso uno dei più popolari programmi radiofonici del paese – Pinocchio con La Pina e La Vale su Radio Deejay – e grazie a un’infaticabile cura del proprio affollato canale Instagram, Passoni si è man mano ritagliato il ruolo di certosino divulgatore delle informazioni che aiutano a comprendere la complessità. Tessitore di network trasversali, intersezionale ante-litteram, strenuo difensore degli oppressi, frequentatore di quelle che possono sembrare non-comfort zone, come la sfida all’attivimo performativo, o quella di coniugare la propria sbandierata appartenenza alla comunità LGBTQ+ con la sua fede cristiana, ma anche appassionato di cultura ebraica, e puntuale promotore delle innovazioni linguistiche volte a rendere l’italiano una lingua più inclusiva. Durante il 2021, Diego Passoni si è fatto carico di divulgare le istanze LGBTQ+, in particolare in relazione all’iter del DDL Zan, con la limpida tenacia di chi aveva tutto da perdere e poteva tacere, come hanno fatto molti altri. Per questo, senz’altro Passoni ha scritto una pagina di potente attivismo nel 2021 della comunità LGBTQ+.

 

 

Elly Schlein

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Dopo il suo coming out del 2020, Elly Schlein ha intrapreso con dedizione istituzionale il proprio ruolo di vice-presidente della regione Emilia-Romagna. Ciononostante, nella battaglia sull’approvazione del DDL Zan, Schlein non ha mai sottratto la propria voce e il peso politico conseguente al suo ruolo. È intervenuta sul palco dei Sentinelli, si è mostrata accanto allo stesso Zan in varie manifestazioni, ha promosso il DDL attraverso i propri canali social, è apparsa in tv a sostegno della comunità. Con l’impegno per un potenziamento del welfare regionale a difesa delle persone fragili, i recenti impegni a difesa dei diritti dei lavoratori, la costante attenzione alla parità di genere, il 2021 di Elly Schlein tratteggia un futuro che indica alla nostra comunità un più ampio progetto di intersezionalità.

 

Pietro Turano

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Attore popolare sui social, portavoce del Gay Center di Roma, nel 2021 Pietro Turano si è prodigato a tutto campo per la comunità LGBTQ+. Il suo temperamento da attivista appassionato lo ha portato a scagliarsi contro Achille Lauro, reo secondo Pietro di essersi appropriato della cultura queer a meri fini commerciali. Ha dapprima criticato il DDL Zan per essere un disegno di legge che mediava troppo al ribasso, successivamente, ovunque arrivasse la sua capacità tutta Gen-Z di penetrare i network, Pietro ha strenuamente sostenuto l’approvazione del disegno di legge contro l’omobitransfobia e l’abilismo. Premiato dal Comitato Interministeriale per i Diritti Umani per il suo impegno in difesa della comunità LGBTQ+, davanti a due ministri, sottosegretari e svariati rappresentanti istituzionali, Turano si è scagliato contro il parlamento che aveva da poco stoppato il percorso del DDL Zan.
Ci dicono continuamente che siamo il futuro del paese, ma è una truffa. È solo un modo per rimandare i nostri spazi e il nostro tempo. Non cediamo a questa retorica perché noi non siamo il futuro, siamo il presente. E dobbiamo riappropriarci dei nostri spazi”. Pietro sarà protagonista della prossima, annunciata stagione dell’acclamata serie tv Skam Italia, ed è autore e voce del bellissimo podcast Eclissi, dedicato a storie di riscatto di persone della comunità LGBTQ+. Nel 2021 Pietro è stato combattivo e tenace nella sua disinvolta capacità di rappresentare le tante sfumature del popolo LGBTQ+ sui media, nelle istituzioni e nel dibattito pubblico. Per la nostra comunità Pietro Turano è senz’altro una risorsa, del presente e del futuro.

 

Alessandro Zan

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Al centro della scena dal primo all’ultimo giorno dell’anno. Il proprio nome legato al disegno di legge più controverso della storia repubblicana. Fino all’avvenuto affossamento, operato con un agguato parlamentare. Alessandro Zan si è prodigato oltre ogni sforzo umano (vedi intervista video) per mantenere compatto il Partito Democratico e insieme approvare il disegno di legge contro l’omobitransfobia e l’abilismo, senza stralciare l’insegnamento nelle scuole e l’identità di genere. Nonostante il fallimento, che purtroppo nessun lodevole tentativo potrà facilmente riparare nella corrente legislatura, ad Alessandro Zan va il merito di essere riuscito, per la prima volta dai tempi del FUORI!, a compattare l’intera comunità LGBTQ+ italiana: ripartiamo da qui?

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