Ermafrodito/Ermafroditismo
Emafrodito è un termine volgarmente usato per definire quelle persone che hanno caratteri primari e secondari (come gli organi genitali) non definibili esclusivamente come maschili o femminili. Preferibile da parte della comunità scientifica e da parte delle persone nate con queste caratteristiche l’utilizzo del termine “intersessuale”. Si tratta di un fenomeno naturale e, quindi, non di una malattia. Essere ermafrodito/intersessuale non vuol dire nemmeno avere un orientamento sessuale e/o una identità di genere differente dagli altri.
Etimologicamente il termine trae origine dalla figura mitologica greca nata dall’unione di Ermes e Afrodite: Andrògine, ovvero uomo e donna insieme.
Fin dal XIV secolo “ermafrodito” viene usato nella lingua italiana da Sant’Agostino e Ghiberti con riferimenti alla sessualità non propriamente eterosessuale.
Marco Antonio Canini del Dizionario etimologico italo-ellenico (1865) fornisce le seguenti definizioni:
- “Essere mitologico che nato da Venere e Mercurio possedeva doppie parti genitali, di uomo e di donna”
- “Donna in cui la clitoride è straordinariamente sviluppata e che ha forma, voce, abitudini quasi virili”.
- “Uomo le cui parti genitali sono imperfettamente sviluppate e che nei lineamenti e nel carattere ha qualcosa di femmineo”.
- “Animale in cui i sessi sono riuniti Fiore in cui i sessi sono riuniti”
L’ermafroditismo o monoicismo è un fenomeno col quale un individuo di una determinata specie può produrre, contemporaneamente o successivamente, sia i gameti maschili sia quelli femminili. In alcune specie animali, in particolare invertebrati, il fenomeno è comune o addirittura essenziale per la riproduzione.
L’ermafroditismo viene definito: istantaneo o simultaneo quando gli individui presentano contemporaneamente gonadi maschili e femminili oppure una sola gonade in grado di produrre sia spermi che uova (ovotestis); ermafroditismo sequenziale, talvolta indicato come inversione sessuale, se invece cambiano sesso nel corso della loro vita.