Movimento omofilo
Con la definizione di “Movimento omofilo” si indica la fase del movimento di liberazione omosessuale che va, grosso modo, dalla seconda guerra mondiale fino ai moti di Stonewall e alla conseguente nascita del movimento gay, nel 1969.
Il nome deriva dalla preferenza accordata dalle organizzazioni omosessuali di questo periodo per il neologismo “omofilia” al posto di “omosessualità”, a loro parere connotato troppo negativamente per la presenza al suo interno del termine “sessualità”. Per questo preferirono sostituire il termine greco φιλία (filìa), che indica l’amore fraterno e asessuato, a quello latino sexualitas, per cercare di dare di sé un’immagine meno scioccante e più accettabile da parte della società perbenista.
Ovviamente il tentativo di promuovere la liberazione sessuale nascondendo il suo elemento più rilevante, la sessualità, era come minimo contraddittorio, come avrebbe dimostrato lo sviluppo successivo. Ciò non toglie che il movimento gay, che nelle sue prime fasi condannò il movimento omofilo come una banda di perbenisti, sbagliò nella sua condanna acritica di questa fase. Infatti, se il movimento omofilo fallì quasi ovunque nell’ottenere quanto chiedeva (principalmente l’abrogazione delle leggi antiomosessuali), esso svolse anche un’azione di preparazione, educazione, coordinamento, “coscientizzazione”, acculturazione, senza le quali non si spiegherebbe l’improvvisa nascita contemporanea in tutto il mondo del movimento gay, nel giro di pochi mesi.
La differenza fondamentale tra il movimento omofilo e quello gay fu che il primo chiedeva l’integrazione degli “omofili” nella società così come essa era, mentre il movimento gay chiese il cambiamento della società in modo tale da poter integrare anche coloro che erano giudicati “marginali” .
La nascita del movimento gay ha portato allo scioglimento di una buona parte dei gruppi del movimento omofilo (soprattutto negli Usa), mentre il resto ha aderito, magari dopo esitazioni, al movimento gay, come è accaduto in varie nazioni europee quali l’Olanda o le nazioni scandinave (che vantano per questa ragione alcune delle più vecchie associazioni gay del mondo).
In Scandinavia “homofil” è tuttora un termine colloquiale normalmente usato per indicare la persona omosessuale. In alcuni casi, come il Regno Unito e gli stessi Usa, vecchie sigle di movimenti “omofili” diffusi un tempo su scala nazionale soppravvivono ancora oggi, ma si tratta ormai di realtà di ambito locale (in genere in un’unica città), spesso convertite a un’azione più di tipo culturale che politico.
L’Italia, anche a causa del fascismo, nonostante gli sforzi pionieristici di Aldo Mieli non conobbe mai un movimento di liberazione omosessuale prima della seconda guerra mondiale. Non solo: dopo la caduta del fascismo il pesante clima culturale creato dalla guerra fredda e dalla polarizzazione (sentita in modo particolare in Italia) fra moralismo cattolico e moralismo comunista non permise la nascita di un movimento omofilo italiano. Il tentativo compiuto verso il 1954 dal conte e teosofo Bernardino del Boca, dopo aver contattato i gruppi svizzeri, olandesi e francesi, fallì per mancanza di adesioni.
Per questo motivo in Italia il movimento di liberazione omosessuale ha inizio (nel 1971) solo con il movimento gay vero e proprio.
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