Butch
“Butch” è un termine dall’inglese che vuol dire letteralmente “Maschione”.
Ci si riferisce principalmente alla donna omosessuale che esprime una forte identità di genere maschile, ma anche ad un gay molto virile dall’aspetto perennemente imbronciato.
Il termine Butch può essere usato in italiano anche con il termine “camionista” col quale si indica una lesbica con atteggiamenti ed abbigliamento prettamente mascolini, generalmente in contrapposizione alla cosiddetta “femme”, una lesbica con atteggiamento ed abbigliamento femminili.
“Butch” definisce più uno stile di vita e una scala di valori che solo un aspetto esteriore. Semplificando si può dire che una butch rappresenti la quintessenza positiva della mascolinità, prima fra tutte forza e cavalleria.
Molto utilizzata a partire dagli anni cinquanta, e quindi spesso ridotta ad uno stereotipo, la dicotomia butch/femme fu spesso criticata e rifiutata dalla comunità lesbica come modello di riferimento. Questa vedeva nella dicotomia dei ruoli butch/femme, un perpetuarsi del patriarcato all’interno della comunità lesbica con conseguente discriminazione ai danni di Butches e Femmes. Tra le butch si distinguono stone butch e soft butch.
Durante gli anni quaranta del XX secolo negli Stati Uniti d’America, la maggior parte delle donne butch si trovava costretta a vestire panni convenzionalmente femminili per mantenere il proprio lavoro, e soltanto il fine settimana si potevano concedere di vestire le loro camicie e cravatte inamidate per andare nei bar o alle riunioni dei loro gruppi. Gli anni 50 hanno visto l’ingresso di nuova generazione di butches che rifiutavano di vivere doppie vite e portavano l’abbigliamento butch a tempo pieno, o il più spesso possibile. Questo solitamente ha limitato il loro accesso solo ad alcuni tipi di lavori, ad es. il lavoro in fabbrica, lavori in ogni caso che non avevano codici di abbigliamento per donne. La loro aumentata visibilità, insieme alla retorica anti-gay dell’era McCarthy, ha condotto ad un aumento delle aggressioni alle lesbiche, mentre allo stesso tempo la cultura più forte e ribelle dei ‘locali’ divenne sempre più disposta a rispondere con forza.
Anche se le femmes erano presenti e combattive all’interno di questi scontri, il difendere i locali come spazi di aggregazione lesbica divenne prerogativa del ruolo butch.
Se negli anni ’40 l’immagine prevalente delle butch era severa ma delicata, questa è diventata sempre più dura e aggressiva poiché il confronto violento si era trasformato in un fattore costante nella vita di tutti i giorni.