Minority Stress
La studiosa Virgina R.Brooks nel 1981 ha dato questa definizione di “minority stress”: “si tratta di uno stato che interviene tra i fattori di stress sequenziali antecedenti a uno stato minoritario culturalmente sanzionato, il conseguente pregiudizio e discriminazione, l’impatto di queste forze sulla struttura cognitiva dell’individuo con il conseguente riadattamento o fallimento adattativo”.
In pratica siamo di fronte ad un malessere che affligge minoranze, come la comunità LGBTQIA+, che vivono episodi di discriminazione, come può essere l’omobilesbotransfobia all’interno di una società eterocisnormata.
Il minority stress, ad esempio, può condurre ad un’eccessiva vigilanza dei propri comportamenti al fine di non essere discriminati dall’ambiente circostante fino ad un’omobilesbotransfobia interiorizzata, ovvero all’interiorizzazione da parte delle stesse persone LGBTQ+ del pregiudizio nei confronti di orientamenti sessuali non etero e identità di genere non cisgender.
Il minority stress implica anche numerose problematiche dal punto di vista fisiologico delle persone, non soltanto psichico, come l’iper funzionamento delle ghiandole surrenali che producono adrenalina in modo eccessivo